Storia e gloria della legatura editoriale, partendo dall’antica Roma per arrivare ai giorni nostri
La legatura è quel processo editoriale che permette di legare insieme i fogli tra loro e, successivamente, di assemblarli alla copertina.
Come tutte le lavorazioni legate al mondo del libro, anch’essa si è evoluta nel corso del tempo e ha seguito un unico obiettivo: quello di massimizzare la produzione, velocizzarla, renderla scalabile e riproducibile su larga scala.
Se la legatura a mano è una pratica antichissima, lo stesso non si può dire per la vera e propria legatura editoriale: dobbiamo infatti aspettare l’epoca della stampa a caratteri mobili perché veda la luce. In questo articolo ne scopriremo la storia e i segreti!
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La nascita della legatura editoriale
La legatura in principio era un lavoro artigianale molto delicato, che andava a impreziosire il testo. Furono i Romani, nel I secolo a.C., a inventare questa cucitura per tenere insieme le tavole di legno sulle quali incidevano i loro scritti.
Chiaramente, però, con l’avvento della stampa a caratteri mobili e con la diffusione capillare dei nuovi processi tipografici serviva qualcosa di diverso: fu proprio questa esigenza a dare vita a quella che oggi conosciamo come legatura editoriale in larga scala.
Le diverse tipologie di legatura editoriale
I tipi di rilegatura non sono tutti uguali! Quelli che si usano solitamente per i libri sono due: la rilegatura a filo refe e la brossura fresata.
La rilegatura a filo refe
La rilegatura a filo refe è quella che ha la storia più antica e veniva impiegata nelle legatorie del passato per impreziosire i libri: si usava per cucire sia le pagine sia il dorso alla coperta.
I fogli – dopo essere stati raccolti in ottavi, dodicesimi, sedicesimi, ventiquattresimi o trentaduesimi, a seconda del numero di pagine complessivo – vengono fresati (ovvero recisi sul dorso), quindi tagliati dal lato della piega e poi incollati alla copertina.
Si aggiunge poi il passaggio della cucitura: può essere eseguita con filo di cotone, di lino, sintetico, di canapa e, nei lavori di alto livello o quando è richiesta la massima resistenza, di seta.
Nelle pubblicazioni più pregiate, la rilegatura a filo refe si preferisce alla brossura sia per questioni di prestigio sia per questioni di robustezza. Questo vale non solo quando le pagine sono numerose, ma anche quando la carta scelta ha una grammatura alta (la grammatura è il peso in grammi di un foglio di carta, calcolato per metro quadrato).
La brossura fresata
La brossura fresata è conosciuta anche come brossura a colla: le pagine vengono raccolte, fresate e poi il dorso viene incollato alla copertina. Poi, per dare ancora maggiore resistenza alla brossura, si rifila su tre lati (pareggiata).
Questo è il tipo di brossura più comune, perché è il più economico da realizzare e, di conseguenza, quello che viene usato praticamente per tutti i libri in commercio nelle librerie, soprattutto se ci riferiamo alle edizioni economiche.
Quando invece il desiderio è quello di impreziosire la pubblicazione oppure di rendere la rilegatura maggiormente stabile, perché magari si parla di un testo molto corposo, allora si opta per la rilegatura a filo refe, come abbiamo già visto.
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La legatura editoriale è affascinante, ma del resto tutta la storia del libro lo è! Lo sappiamo bene noi di Edigho, che adoriamo analizzare ogni meandro dei mestieri editoriali.
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