Cosa vuol dire editare un libro?
Editare un libro significa migliorare un testo in profondità. Come abbiamo visto nell’articolo Editing libro: cos’è e cosa non è, questa lavorazione non deve essere scambiata con la correzione di bozze. Non è una caccia a errori e refusi, è un intervento molto più strutturale.
Quando si parla dell’argomento, di solito ci si concentra sui vari tipi di editing e sulla preparazione tecnica che deve possedere il professionista editoriale intenzionato a svolgere questo mestiere.
Oltre alla teoria, però, c’è molto di più: un buon editor deve anche essere in grado di lavorare in sinergia con l’autore, relazionandosi nel giusto modo. Nell’articolo che state leggendo scopriremo il perché.
Editare un libro significa migliorare i diversi livelli del testo
L’editing migliora la struttura globale del libro. Pertanto può intervenire su vari livelli: sulla struttura narrativa globale, sul contenuto, sulla veste grafica e/o sulla coerenza e adeguatezza dello stile. La classificazione tradizionale prevede una divisione tra editing strutturale, contenutistico, grafico o stilistico.
Dopo questa premessa teorica, in pieno stile Edigho passiamo alla realtà dei fatti. Spesso, quando un autore si rivolge a un editor freelance, non ha le idee molto chiare su cosa significhi editare un libro. Vuole che la sua opera sia migliorata da tutti i punti di vista, senza troppe distinzioni tra struttura, stile e contenuto.
Come comportarsi in questi casi? Come raccontiamo in maniera approfondita nel corso ‘Editoria ALL IN’, di solito l’editor freelance propone due tipi di lavorazione:
- editing leggero, adatto a testi che non presentano particolari drammaticità. Rende la narrazione omogenea e migliora lo stile;
- editing complesso: scende più nel dettaglio, andando ad agire sui contenuti, sulla costruzione della storia e intervenendo in modo più deciso sulle scelte stilistiche.
Editare un libro significa lavorare in sinergia con l’autore
L’editing non è un’attività che coinvolge solo il professionista editoriale e il testo da lavorare. Gli attori in scena sono tre: libro, editor e autore.
Editare non significa ricevere un dattiloscritto, scrivere i nostri commenti, rispedirlo al mittente e poi incassare il pagamento per il servizio svolto. È molto più complesso (e sfidante) di così.
Editare un libro significa lavorare a stretto contatto con l’autore. Per farlo ci vuole sensibilità, diplomazia e assertività.
Bisogna capire i confini del ruolo: il compito dell’editor non è riscrivere il libro da capo, né cambiare completamente lo stile. Ogni autore ha la sua voce e il professionista editoriale deve rispettarla.
Editare un libro significa mettere lo scrittore a proprio agio, senza farlo sentire in difetto.
Editare un libro significa, inoltre, comunicare con l’interlocutore in maniera assertiva. Può capitare di relazionarsi con autori che si sentono geni incompresi e che faticano ad accettare le modifiche proposte: in questo caso il professionista deve essere diplomatico ma deciso.
Lo scopo dell’editing non è demolire capolavori per capriccio, ma migliorarli con scelte ragionate e ben argomentate.
Le competenze trasversali per editare un libro
È chiaro, quindi, che gli aspiranti editor non devono pensare solo alla formazione teorica, ma anche alle competenze trasversali necessarie per interagire con gli autori, soprattutto se l’intenzione è quella di avviare un percorso professionale da freelance.
Gestire la propria carriera in autonomia può essere una strada ricca di soddisfazioni: permette di organizzare i propri tempi e la propria crescita professionale senza dipendere da nessuno.
È però una strada complessa, da affrontare con consapevolezza.
Oltre alle competenze tecniche e alla capacità di comunicare con i clienti, un editor deve essere in grado di avviare una strategia in grado di garantirgli un flusso continuo di richieste.
Se volete approfondire l’argomento, vi consigliamo l’articolo Editing professionale di un libro: come farsi trovare da chi cerca questo servizio.