Quello del redattore editoriale è un mestiere complesso e affascinante.
Per svolgerlo non occorre solo conoscere le lavorazioni, ma bisogna anche saper gestire un team e avere un’ottica manageriale.
Perciò, prima di rispondere alla domanda “Come si diventa redattore?”, ci porremo un altro quesito: “Quali sono i compiti di un redattore editoriale?”.
Quali sono i compiti di un redattore editoriale?
Il redattore è un project manager, poiché cura il progetto del libro nella sua interezza, dall’ideazione alla stampa.
Gestisce tutto il team di lavoro: si confronta con l’autore e coordina i correttori di bozze, gli editor, i grafici, gli impaginatori e così via.
Decide come organizzare i contenuti all’interno del libro, ne sceglie la veste grafica e supervisiona le diverse fasi di revisione.
Questo è il suo ruolo all’interno delle grandi case editrici.
Nelle realtà più piccole, invece, può capitare che il redattore sia più operativo. Spesso è infatti l’editore stesso che, oltre a coordinare i progetti editoriali, si occupa anche dell’editing dei singoli testi.
In queste realtà, è facile che la sua figura coincida con quella del responsabile editoriale.
Per capire meglio di cosa stiamo parlando, vi rimando all’articolo Responsabile editoriale: chi è e perché è una figura chiave.
Ad ogni modo, il redattore svolge sempre un lavoro di supervisione sul processo che porta un dattiloscritto a diventare un libro.
Leggi anche: Attività di correzione di opere letterarie: ecco quello che devi sapere
Come si diventa redattore?
Se abbiamo capito cosa fa davvero un redattore e sogniamo di diventarlo, dobbiamo trovare il modo di iniziare un percorso lavorativo all’interno di una casa editrice.
Diventare redattore all’interno di una casa editrice
La strada consigliata per chi non ha ancora esperienza è quella di iniziare da uno stage, fare gavetta, e cominciare a costruirsi una carriera che porti a intraprendere un ruolo sempre più manageriale.
Innanzitutto, dobbiamo risolvere una questione fondamentale: dove desideriamo fare il nostro tirocinio?
Inserirsi in una grande realtà non è così semplice.
Ormai, le case editrici più blasonate assumono stagisti provenienti quasi esclusivamente dai (costosi) master spesso patrocinati proprio da loro.
Potrebbe essere più facile iniziare da una piccola casa editrice indipendente: lì avremmo la possibilità di lavorare fianco a fianco con il redattore e imparare tutti i segreti del mestiere.
Con un po’ di fortuna…
Sì, perché è molto importante saper distinguere i tirocini formativi dallo sfruttamento.
Se volete approfondire l’argomento, potete leggere l’articolo Correttori di bozze e offerte di lavoro: come distinguere le opportunità dalle perdite di tempo.
Esiste il redattore all’interno delle agenzie?
Sì, anche nelle agenzie di scrittura o di servizi editoriali esiste un ruolo simile, solo che non si chiama così.
Chi lo svolge?
Di solito il fondatore, o comunque il titolare dell’azienda.
È lui che gestisce il team di correttori di bozze, editor, grafici, impaginatori, illustratori e ghostwriter.
Se un autore vuole affidare all’agenzia tutte le fasi della creazione del libro, ecco che il titolare coordinerà ogni aspetto del lavoro, come farebbe un redattore editoriale all’interno della casa editrice.
Per avviare la nostra carriera, quindi, possiamo prendere in seria considerazione uno stage (serio, retribuito) all’interno di un’agenzia.
Non acquisiremo l’etichetta di ‘redattori’, ma potremo comunque fare molta pratica nei mestieri editoriali.
Come si diventa redattore lavorando da autonomo?
Le case editrici si avvalgono spesso di collaboratori freelance, è vero, ma non tutti i ruoli possono essere delegati all’esterno.
Infatti è praticamente impossibile che il lavoro di redattore sia svolto da un consulente.
Se però un autonomo offre ai suoi clienti un servizio a 360°, ricopre un ruolo simile a quello del redattore (con tutte le dovute differenze).
Un professionista a capo di un team
Poniamo che un libero professionista sia così esperto da offrire ai suoi clienti un ventaglio completo di servizi: valutazione del manoscritto, scrittura su commissione, editing, correzione bozze e impaginazione.
Gli autori si fidano di lui e ammirano il suo operato, al punto da richiedere il suo intervento per ogni fase del libro.
Ma, per quanto bravo e competente, nessuno può svolgere tutte queste lavorazioni sullo stesso testo contemporaneamente.
Ci vuole sempre un occhio esterno: se si scrive un libro in veste di ghostwriter, poi non si avrà il distacco necessario per occuparsi dell’editing. E chi si occuperà dell’editing non avrà poi uno sguardo abbastanza fresco per seguire la correzione di bozze.
E allora come si fa?
Il professionista affermato può crearsi un suo team, che coordinerà proprio come farebbe un redattore editoriale.
Leggi anche: Offerte di lavoro per l’editing di testi: dove trovarle
Come iniziare una carriera da redattore?
Non è facile: né da lavoratori dipendenti, né da autonomi.
Bisogna diventare davvero competenti nei mestieri editoriali e avere un’indole manageriale.
Se volete conoscere ancora più a fondo l’argomento, potete leggere l’articolo Chi è il redattore e quali prospettive (concrete) ha questa figura nel 2021.
Ricordate sempre che ogni grande carriera inizia da un piccolo passo. L’importante è sapere che non sempre lo stage in una casa editrice è un passaggio obbligato.
Possiamo coordinare un intero progetto editoriale da autonomi, anche se nessuno ci chiamerà mai ‘redattori’.
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