Al giorno d’oggi si possono cercare offerte di lavoro in due modi: in maniera tradizionale o in maniera innovativa.
Qual è la procedura migliore?
Per capirlo, dobbiamo analizzare nel dettaglio le due diverse possibilità.
Il modo tradizionale per cercare offerte di lavoro per l’editing di testi
Conosciamo tutti questa modalità.
Apriamo Google, scriviamo ‘offerte di lavoro editing testi’, spulciamo tutti gli annunci e inviamo candidature a raffica.
È il modo più efficace per trovare un impiego?
Non più.
Nell’articolo Perché scrivere su Google ‘correttore bozze lavora con noi’ non è il modo giusto per trovare lavoro, abbiamo già sviscerato il problema.
Ormai il mercato del lavoro è cambiato.
Ci sono tanti aspiranti professionisti editoriali in cerca di un impiego, ma sono pochissime le case editrici che assumono.
Emergere è diventato sempre più difficile.
La difficoltà aggiuntiva per l’editor: un bacino d’utenza più ristretto
L’articolo sopra citato riguarda i correttori, mentre ora ci occupiamo di editing.
Questa lavorazione presenta una difficoltà in più, rispetto alla correzione di bozze.
Mentre un correttore può offrirsi di ripulire dai refusi molti tipi di testi (saggi, romanzi, articoli web, documenti di studi professionali, traduzioni di documenti d’ufficio ecc.), l’editor ha un campo d’azione più ristretto.
Lavora soprattutto su scritti corposi, quindi parliamo quasi esclusivamente di libri.
Questo significa che non ci sono opportunità di lavoro per gli editor?
Assolutamente no!
Basta dare un’occhiata ad Amazon per rendersene conto: ogni giorno vengono pubblicati centinaia di nuovi testi.
Gli autori di queste opere, o i loro affini, potrebbero diventare nostri clienti… se sapremo attrarli a noi.
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Il modo innovativo per attrarre offerte di lavoro per l’editing dei testi
Per capire in cosa consiste questo tipo di approccio, dobbiamo procedere per gradi.
Prima di tutto, è necessario prendere coscienza di ciò che vogliamo e possiamo fare, ponendoci le giuste domande.
Fiction e non-fiction
Il primo quesito da porsi è ‘Preferisco intraprendere una carriera nell’ambito della fiction o della non-fiction?’.
Il 90% degli aspiranti professionisti editoriali si orienta sulla fiction (narrativa di finzione), perché l’editing di un romanzo per molti ha più appeal rispetto all’editing di un saggio.
Eppure, l’ambito della non-fiction ha avuto una fortissima impennata negli ultimi anni.
Divenire esperti nella lavorazione di saggi, manuali, memorie o reportage può consentirci di ritagliarci un nostro spazio specifico nel mercato.
Non sottovalutiamo questa possibilità!
La nostra nicchia
Diventare autorevoli in una determinata nicchia è fondamentale.
Ma come capire quale sia il segmento di mercato più adatto a noi?
Semplice: dev’essere qualcosa che padroneggiamo bene.
Gli autori devono potersi fidare delle nostre competenze.
Per la non-fiction dobbiamo scegliere un argomento che conosciamo in maniera approfondita, o di cui siamo davvero appassionati.
Può essere qualcosa che abbiamo studiato all’università, oppure il lavoro che abbiamo svolto per tanti anni prima di capire che l’editoria è la nostra strada.
Per la fiction, la nicchia di riferimento sarà il genere che preferiamo leggere.
Non possiamo proclamarci i massimi esperti di fantascienza, se non conosciamo neppure la differenza tra distopia e ucronia.
Non ci spacceremo per gli specialisti del giallo, se non abbiamo mai letto Agatha Christie e non sappiamo costruire un intreccio avvincente.
In altre parole, dobbiamo circoscrivere un genere in cui ci sentiamo veramente competenti.
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Dove trovare le offerte di lavoro per l’editing di testi?
Ora che abbiamo capito qual è la nostra specialità, non ci resta che trovare i primi clienti.
Molti aspiranti professionisti si rivolgono ai marketplace di offerte lavorative, ma questa non è in alcun modo la strada più efficace.
Innanzitutto, queste piattaforme sono generaliste, ovvero non sono dedicate esclusivamente all’editoria.
Si trova un po’ di tutto, a qualsiasi prezzo (nella scala da basso a incredibilmente basso), e spesso i professionisti si riducono a gareggiare tra loro in una corsa per chi offre la tariffa più ridicola.
Allora come fare?
Di solito si inizia creando un sito e pubblicando annunci sponsorizzati.
Non è una modalità sbagliata, sia chiaro, ma da sola non basta. Non più.
Possiamo avere il sito più bello del mondo… ma se non siamo in grado di costruire relazioni, non andremo da nessuna parte.
Diventiamo una mucca viola
Come si creano relazioni?
In moltissimi modi.
Ci sono i gruppi Facebook dedicati agli scrittori, i forum, oppure ci si può far conoscere tramite recensioni sul proprio blog, attività di beta reading ecc.
La strategia migliore è sempre quella di porci nella condizione di essere cercati, perché solo allora verremo percepiti come autorevoli nella nostra nicchia di mercato.
Dobbiamo differenziarci.
Dobbiamo essere una mucca viola, che spicca in un pascolo di mucche marroni.
Quest’ultimo paragone non è casuale, ma deriva da una risorsa consigliata in Editoria ALL IN, il maxi-corso di formazione editoriale firmato Edigho: La mucca viola di Seth Godin, un testo sacro per gli appassionati di personal branding.
Studiare personal branding e posizionamento aiuta a chiarire il primo quesito da cui si può partire per costruire una comunicazione atta alla vendita o all’attrazione del cliente, ovvero: ‘Cosa mi rende diverso?’.
Quando sapremo rispondere a questa domanda, saremo già a buon punto per attrarre (e non cercare) le migliori offerte di lavoro per l’editing di testi.