Che cos'è la scrittura autobiografica?

Scrittura autobiografica: cos’è e quali sono le sue caratteristiche

Che cos’è la scrittura autobiografica?

La parola ‘autobiografia’ deriva dai termini greci αὐτός (egli stesso) + βίος (vita) + γραϕία (scrittura). Si tratta, quindi, di un rendiconto scritto della propria vita, elaborato dall’autore stesso.

Questo tipo di scrittura ha dato vita a un vero e proprio genere letterario che può essere presentato in forma poetica, come riduzione teatrale, in prosa o in forma mista (prosimetro).

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Quando nasce la scrittura autobiografica?

L’autobiografia fiorì ed ebbe grande fortuna in epoca medievale, soprattutto tra la fine dell’Impero Romano e i primi secoli dell’Alto Medioevo. I temi predominanti erano la caduta morale del protagonista nel territorio del peccato, la scoperta di Cristo e la successiva rinascita dell’anima.

Opere molto rappresentative di questo filone sono i dodici volumi delle Confessioni di Sant’Agostino, che ne narrano la vita e la conversione al Cristianesimo, e l’Historia calamitatum mearum (Storia delle mie disgrazie) di Pietro Abelardo, che racconta in forma epistolare il drammatico e peccaminoso amore di Abelardo per la giovane Eloisa.

Un altro celebre esempio è Vita nuova di Dante, scritto nella forma mista del prosimetro.

Che differenza c’è tra autobiografia e biografia?

La differenza risiede nella parola greca αὐτός, che è presente in ‘autobiografia’ e assente in ‘biografia’.

L’autobiografia è infatti scritta da ‘egli stesso’, cioè dall’autore in persona. Nella biografia, invece, scrittore e protagonista non coincidono.

Che differenza c’è tra autobiografia e memorialistica?

In questo caso la differenza è molto meno netta. Autobiografia e memorialistica sono due generi confinanti, che spesso si confondono l’uno con l’altro.

Dovendo enunciare una discriminante, potremmo dire che l’autobiografia è una ricostruzione più completa di un’intera vita o di una parte significativa dell’esistenza, mentre la memorialistica è maggiormente frammentaria: di solito descrive alcuni ricordi dell’autore in ordine sparso, nel modo discontinuo e capriccioso in cui affiorano alla mente.

Le caratteristiche della scrittura autobiografica

Riassumendo le informazioni emerse dal nostro excursus, le caratteristiche del genere autobiografico che abbiamo visto finora sono:

  • scrittura in prima persona da parte dell’autore stesso;
  • ricostruzione di un’intera vita o parte di essa;
  • varietà di formati letterari: può presentarsi come opera in prosa, in versi, mista (prosimetro) o sotto forma di pièce teatrale;
  • confini sfumati con il genere della memorialistica.

A queste bisogna aggiungere:

  • appartenenza al genere non fiction, ma con frequenti invasioni nei territori della fiction: in molti punti le autobiografie possono essere romanzate per apparire più accattivanti;
  • struttura narrativa studiata e coerente, che spesso ricalca il modello del ‘viaggio dell’eroe’.

Il viaggio dell’eroe

Per quanto l’autobiografia si proponga di narrare fatti reali, non dobbiamo dimenticare che si tratta pur sempre della condivisione di una storia in forma scritta, che quindi deve seguire determinati canoni per essere fruibile dal lettore.

Una delle strutture più utilizzate, come appena accennato, è quella del viaggio dell’eroe: un modello in tre atti che Christopher Vogler teorizzò a partire dalle analisi del mitologo Joseph Campbell.

Le tre fasi principali del viaggio sono le seguenti:

  1. primo atto: descrizione del mondo ordinario dell’eroe, chiamata all’avventura, rifiuto della chiamata, incontro con il Mentore, attraversamento della prima soglia;
  2. secondo atto: superamento delle prove intermedie, incontro con Alleati e Nemici, avvicinamento alla caverna più profonda, prova centrale e ricompensa;
  3. terzo atto: viaggio sulla strada del ritorno, morte e resurrezione, rientro con l’elisir.

Il viaggio dell’eroe è uno schema narrativo che si riscontra in moltissime opere letterarie, cinematografiche e non solo: romanzi, racconti, fumetti, sceneggiature per teatro, cinema, tv, ma anche script pubblicitari, videoclip, barzellette…

C’è addirittura chi sostiene che questo modello, o almeno parte di esso, sia alla base di qualsiasi narrazione umana.

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Scrittura autobiografica: una questione di motivazione

L’autobiografia, come abbiamo appena visto, non è un semplice raccolta di ‘pensierini’ relativi alla propria vita. In quel caso si tratterebbe di un diario personale, non di un prodotto letterario. Per essere tale, l’opera autobiografica deve avere una solida struttura, una costruzione narrativa in grado di coinvolgere i lettori.

Non solo: deve avere anche una motivazione. A meno che lo scrittore non sia un VIP, difficilmente troverà persone interessate a leggere il resoconto delle proprie vicissitudini.

Un’autobiografia valida nasce da uno scopo ben preciso: portare un beneficio, essere da ispirazione per il grande pubblico o per una specifica categoria di persone, documentare una vicenda di interesse universale.

Quando un professionista editoriale si approccia a un testo autobiografico per valutarlo, editarlo e correggerlo, deve avere presente tutte queste particolarità al fine di svolgere un lavoro impeccabile.

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