Vademecum per scoprire i segreti della correzione di bozze e avviare una carriera proficua nell’editoria
Per diventare correttore di bozze, occorre conoscere tutte le caratteristiche del mestiere e le strategie migliori per scovare errori e refusi. Non solo: bisogna anche capire come costruire un tariffario efficace, come trovare lavoro e quali sono le competenze trasversali da sviluppare per iniziare il proprio percorso nel migliore dei modi.
In questa guida capiremo perché la correzione di bozze è una grandissima opportunità lavorativa, oggi più che mai. E impareremo a coglierla.
Chi è il correttore di bozze?
Il correttore di bozze è il professionista editoriale che offre un servizio di correzione di errori e i refusi di un documento scritto. È il cecchino, il falco alla ricerca del doppio spazio, della virgola mancante, del punto di troppo o della maiuscola sfuggita.
Il suo ruolo è trovare tutto ciò che non va a livello tipografico e grammaticale per poi correggerlo, poiché sarà l’ultimo a intervenire sul testo.
La sensibilità del correttore di bozze
Per definire questo professionista abbiamo appena usato termini come ‘cecchino’ o ‘falco’, ma il correttore non è solamente un predatore alla perenne ricerca di un refuso da stanare!
Oltre alla bravura tecnica, è dotato di un’eccellente sensibilità che gli permette di capire dove iniziano e dove finiscono i confini del suo lavoro.
Da questo punto di vista, il correttore di bozze può essere visto come un sarto al quale viene affidato un abito da rifinire: con molto garbo, estremo tatto e grande maestria, studia l’abito con attenzione e poi aggiunge un punto qui, ne toglie uno là, fino a farlo calzare alla perfezione alla persona che lo deve indossare.
È una figura che lavora quasi sempre nell’ombra, nelle retroguardie, ma che in realtà ricopre un ruolo fondamentale: deve far risplendere il cliente che, al grande ballo, sarà vestito in maniera impeccabile e riuscirà a muoversi, sentirsi a proprio agio e persino ballare in totale libertà, senza che nulla tiri o sbordi, in serenità ed equilibrio.
Una grande occasione per specializzarsi nell’editoria
La correzione di bozze è la base per ogni mestiere editoriale, noi di Edigho lo sosteniamo da sempre. Non si può pensare di essere bravi editor o bravi ghostwriter se non si è capaci di rendere impeccabile la superficie di un testo.
È anche vero che sono pochi quelli che decidono di dedicarsi solo ed esclusivamente alla correzione, pochi quelli che se ne innamorano. Ed ecco perché può essere un’ottima idea specializzarsi in questa lavorazione: una grande occasione, insomma, ma solo per chi ama davvero questo lavoro.
Il correttore di bozze in editoria e negli altri ambiti
Un’altra valida ragione per diventare correttore di bozze è la varietà di ambiti nei quali si può spaziare. Siamo abituati a pensare che la correzione riguardi solo i libri pubblicati dalle case editrici, ma non è affatto così!
Ecco altre tipologie di testi che hanno (un disperato) bisogno di professionisti in grado di ripulirli da errori e refusi:
- documenti prodotti da aziende, studi professionali (avvocati, notai, commercialisti), studi medici;
- traduzioni delle ambasciate (in questo caso è richiesta anche un’eccellente conoscenza della lingua originale);
- quotidiani, riviste e magazine online;
- siti e blog professionali;
- contenuti delle grandi community social;
- testi pubblicati da autori indipendenti.
Come vedete, quello della correzione di bozze è davvero un territorio sconfinato. Le possibilità ci sono, sono tante e concrete, ma solo quando esiste la voglia di imparare e mettersi in gioco.
Se volete qualche informazione utile per sfruttare al massimo queste occasioni, vi suggeriamo l’articolo 3 consigli per trovare lavoro come correttore di bozze sfruttando il web.
Correttore di bozze e editor: la differenza principale
Cominciamo ora a parlare di definizioni, in modo da poterci orientare al meglio nel mondo dei mestieri editoriali.
La correzione di bozze interviene sul livello più superficiale del testo: refusi, errori ortografici e grammaticali, doppi spazi, punteggiatura usata in modo scorretto ecc.
L’editing, invece, è la fase precedente. L’editor si occupa di apportare un miglioramento più profondo del testo, perfezionandone la struttura narrativa globale, il contenuto, la veste grafica, la coerenza e l’adeguatezza dello stile.
Per approfondire l’argomento, vi consigliamo l’articolo Attività di correzione di opere letterarie: ecco quello che devi sapere.
Correzione di bozze e revisione
Un’ulteriore distinzione, più sottile ma comunque importante, riguarda la differenza tra correzione di bozze e revisione.
La correzione è la fase che segue l’editing e comprende diversi giri di bozze.
La revisione, invece, è una rilettura finale, un ultimo controllo che si fa dopo tutte le altre fasi del processo editoriale: editing, impaginazione, correzione di bozze e riscontro. Il revisore lavorerà quindi sull’impaginato finale, ovvero sul .pdf.
A questa definizione generale possiamo aggiungere altri due tipi di revisione, più specifici:
- auto-revisione: avviene quando l’autore – per risparmiare – fa tutto da solo. Non si può infatti parlare di correzione di bozze né di editing, perché sarà appunto l’autore stesso che, una volta terminata la stesura, rileggerà la sua opera;
- revisione di traduzioni: è una lavorazione estremamente complessa, che richiede la conoscenza della lingua di partenza e di quella di arrivo. Non si può certo parlare di una semplice ‘caccia ai refusi’: bisogna controllare che la traduzione sia corretta e coerente, adatta al pubblico della lingua di destinazione. Richiede dunque molta esperienza, prima di tutto lato traduzione.
Le tipologie di errori che il correttore di bozze deve correggere
Entriamo ora più nello specifico, nell’operatività di questo mestiere bellissimo e complicato. Cominciamo ad analizzare i principali tipi di errori che ogni correttore di bozze deve scovare e correggere.
Quali sono gli errori di ortografia
Sono gli errori riguardanti l’uso scorretto di maiuscole e minuscole, doppie, accenti, apostrofi. È un errore ortografico anche l’infilare lettere dove non dovrebbero esserci, o toglierle da dove invece dovrebbero stare.
Cosa sono gli errori di battitura
Sono scorrettezze accidentali nate durante il processo di battitura del testo, spesso causa della troppa velocità con la quale si scrive. Gli errori di battitura sono quelle sviste che si commettono quando diciamo: «Accidenti, mi è rimasta una lettera nella testiera!».
Cosa sono i refusi
Agli albori della stampa, il refuso era l’errore compiuto dal compositore tipografico che sbagliava a fondere i caratteri. ‘Fondere’, allora, significava scegliere: il tipografo prendeva una b invece di una d, sbagliava il font… distrazioni di questo genere, insomma.
Essendo un vero e proprio errore di stampa, il refuso si distingueva dall’errore di ortografia o grammatica compiuto dall’autore.
Oggi, però, questo significato è cambiato seguendo le modifiche ai processi di lavorazione: il refuso è quindi diventato la svista, l’errore casuale. Possono essere considerati refusi sia gli errori ortografici sia quelli di battitura.
Cosa sono gli errori grammaticali
Questi nascono da un’errata conoscenza delle aree che compongono la grammatica della nostra lingua. Possono essere di diversi tipi:
- errori lessicali e semantici;
- errori di punteggiatura;
- errori morfologici;
- errori sintattici.
Altri elementi da verificare e correggere
Formattazione
Per restituire una correzione di bozze impeccabile, è fondamentale lavorare su un testo ordinato.
Naturalmente, in caso di impaginato finale (su PDF) il problema non si pone perché la formattazione è già definitiva (in quel caso sarebbe compito del revisore, come vedremo, segnalare eventuali errori).
Quando si corregge il pre-impaginato (file redatto su Word o altri programmi di videoscrittura), i dettagli da sistemare e uniformare sono invece molteplici:
- interlinea, rientri, spaziature;
- eventuali numeri di pagina mancanti;
- doppi (o tripli o quadrupli) spazi;
- virgolette, corsivi, grassetti (soprattutto nel caso della non-fiction);
- eventuale uso del maiuscoletto;
- capoversi, paragrafi, a capo.
Errori di impaginazione
Chi lavora sull’impaginato finale, ovvero sul file in formato .pdf, dovrà assicurarsi che il testo non contenga:
- pagine bianche;
- interruzioni di pagina sbagliate;
- pagine di lunghezza diversa;
- formattazione/paragrafazione non coerente per quanto riguarda capoversi (rientri a sinistra), interlinea, a capo;
- immagini sgranate, posizionate male o non pertinenti (ad esempio: si parla di labrador e c’è la foto di un boxer);
- grafici, tabelle, illustrazioni collocate in maniera errata o non inerenti al testo;
- orfane, vedove e righini.
Per capire in cosa consistano questi termini specifici, vi proponiamo tre slide tratte dal nostro corso per aspiranti correttori di bozze, Da 0 a correttore.



Controlli del volume e controlli finali
Sono controlli da effettuare alla fine di tutti i giri di bozze. I primi riguardano il volume nel suo complesso: indice, note, paratesti, copertina, bandelle…
I secondi, invece, rientrano in una verifica generale di tutti gli errori e le difformità che possono sfuggire durante la correzione. Ecco qualche esempio:
- d eufoniche, doppi spazi, apici, virgolette, punteggiatura (soprattutto nei dialoghi);
- apostrofi e accenti;
- numeri, cifre, sigle;
- corsivi e grassetti, titoli e sottotitoli;
- eventuali altri particolari se si tratta di testi tecnici o scientifici (ad esempio le note, che potrebbero essere numerose).
Se vogliamo consegnare un testo davvero impeccabile, quindi, è sempre bene lavorare tenendo a portata di mano una lista completa dei controlli da eseguire nella fase finale (come quella che proponiamo nel corso Da 0 a correttore).
Date, luoghi, fonti e citazioni
Un testo non deve essere solo ben scritto e formattato, ma anche credibile. A chi spetta il compito di verificare che lo sia?
Non sempre c’è una risposta univoca: a seconda del cliente e della struttura della redazione, può capitare che l’incarico ricada sulle spalle dell’editor o del correttore. È sempre bene chiarire questi aspetti prima di accettare l’incarico.
In ogni caso, è molto importante dedicare una fase del lavoro alla verifica dell’attendibilità di quanto scritto. Tutte le date, i luoghi o gli eventi storici necessitano di un controllo approfondito. Questo perché le fonti devono essere autorevoli e reali, ogni citazione deve essere veritiera, riportata nel modo corretto e riferita alla persona giusta o al giusto evento.
Note e bibliografia
Le note possono nascondere molte insidie, come ad esempio l’errato posizionamento della punteggiatura e delle parentesi a ridosso del numero in esponente.
Per quanto riguarda il corretto modo di stilare una bibliografia, l’Associazione Italiana Biblioteche ha messo a disposizione di tutti l’ottimo documento Norme per le citazioni bibliografiche e la bibliografia finale, riferito appunto alle norme ISO 690 e 832 (Stesura delle voci di una bibliografia). Questa risorsa è tremendamente utile in caso di situazioni dubbie o in mancanza di un normario editoriale.
Uniformità
Quando si parla di testi editoriali, l’uniformità è fondamentale. Facciamo un esempio concreto analizzando la seguente frase, tratta da un immaginario romanzo fantasy:
Il cavaliere si ritrovò nella stanza del consiglio supremo e pensò: ‘E ora cosa faccio?’.
Isolata dal suo contesto, questa potrebbe essere una frase corretta. Ma se fosse inserita in un testo nel quale il consiglio supremo è sempre scritto Consiglio Supremo, e i pensieri dei personaggi sono di norma riportati in corsivo… ecco che ci troveremmo davanti a ben due errori!
Ogni casa editrice stila e gira ai suoi collaboratori un normario editoriale al quale fare riferimento. Quando invece lavoriamo con autori indipendenti o titolari di siti e blog, probabilmente non avremo a disposizione alcun normario: in questo caso, sarebbe saggio stilare una nostra lista di norme ‘standard’.
Come correggere refusi e trovare errori di battitura/ortografia/grammatica su carta e su file digitali
Le strategie di correzione sono diverse a seconda del formato che abbiamo davanti.
Il righello per isolare le singole righe e la penna rossa per scrivere i simboli UNI sono strumenti validi per il cartaceo, ma non per il digitale. In questo caso, invece, possono rivelarsi utilissimi accorgimenti quali cambiare font per ‘ingannare’ l’occhio, oppure ricorrere al sintetizzatore vocale per scandire bene le parole.
Nel corso Da 0 a correttore parliamo diffusamente dei trucchi per correggere sui diversi supporti; a monte di tutto, però, dobbiamo capire i meccanismi sui quali si basano le varie tipologie di correzione.
Come avviene di norma la vera correzione del testo di un libro cartaceo
All’interno della casa editrice, il correttore lavorerà sempre sull’impaginato (un PDF che riporta il libro così come verrà stampato) o sulla cianografica (la prova di stampa cartacea).
È risaputo che la correzione di bozze più efficace avviene sul cartaceo: l’occhio si stanca meno scorrendo sulla carta che sul monitor, perciò gli errori vengono scovati con maggiore precisione. Per rendere questo tipo di intervento ancora più funzionale e privo di fraintendimenti, lo standard attuale prevede di usare i simboli di correzione bozze UNI.
Simboli correzione bozze UNI
Si tratta di segni che indicano in modo univoco le correzioni da apportare all’interno di un testo. Esiste un simbolo per ogni tipo di intervento: eliminazione, aggiunta o sostituzione di una lettera; inversione di lettere; necessità di andare a capo e così via.
Sono stati introdotti dall’UNI, l’Ente nazionale italiano di unificazione. La norma specifica per la correzione è UNI 5041 del 1996.
Se volete cominciare a familiarizzare con questo ‘codice segreto’ dei correttori di bozze, potete leggere l’articolo I simboli della correzione di bozze.
La correzione di bozze in digitale
Come abbiamo visto, correggere bozze su carta è il metodo ideale, ma al giorno d’oggi capita sempre più spesso di avere a disposizione solo il file digitale.
Molte case editrici si avvalgono di freelance che lavorano da remoto, e non hanno sufficiente budget (o tempo) per inviare loro le stampe da correggere e poi riportare tutto in digitale. Lo stesso discorso vale per gli autori indipendenti.
I questi casi, il correttore di bozze può trovarsi a lavorare sul file del pre-impaginato (.doc) o dell’impaginato finale (.pdf).
Come trovare refusi su Word: il controllo ortografico
Buone notizie: il correttore di bozze, al momento, non può essere sostituito da nessun software, per quanto sofisticato possa essere.
Non siamo in grado di dire se, prima o poi, i controlli automatici potranno eguagliare l’intervento umano… ma di sicuro ad oggi questa è ancora una possibilità molto (ma molto) remota.
Il motivo? I software esistenti non sono in grado di comprendere un elemento fondamentale dell’opera scritta: il contesto. Questa è la ragione per la quale non riescono a individuare imprecisioni e sviste lessicali, mancate concordanze, fonti e date errate e così via.
Dobbiamo fare tutto da soli, quindi? Assolutamente no! Il controllo ortografico automatico va usato: con criterio, ma va usato! Come abbiamo visto in Da 0 a correttore, è uno strumento utilissimo quando lo si sa impostare al meglio.
Se lavoriamo su testi molto lunghi, che contengono nomi stranieri oppure inventati (pensiamo ai romanzi fantastici, ad esempio), può capitare che il controllo automatico di ortografia e grammatica sia stato disattivato dall’autore per non vedere ogni riga sottolineata in rosso. In questo caso, sarà nostra premura riattivarlo per verificare ogni singola parola contrassegnata come errata. Un procedimento lungo e noioso, è vero, ma necessario!
Come si fa la correzione di un documento su Word
Le correzioni su Word non devono essere fatte né con scritte colorate, né con sottolineature, né con evidenziazioni, né con altre allegre sperimentazioni grafiche. Per risultare facilmente individuabili, esse devono essere inserite attraverso lo strumento ‘Revisioni’. Questa funzione ci permette di tenere traccia di ogni più piccolo cambiamento effettuato sul testo, e di lasciare commenti all’editor o all’autore.
Attivare le revisioni è molto semplice: basta selezionare la scheda ‘Revisione’ nella barra multifunzione di Word e cliccare su ‘Revisioni’. Il rettangolo si colorerà di un grigio più scuro, e così sapremo di aver attivato correttamente questa funzione.

A questo punto, ogni modifica che apporteremo sarà segnata in rosso (o in un altro colore a nostra scelta) e si potrà mostrare o nascondere a piacimento, cliccando sulla barra grigia a sinistra dello schermo (indicata dalla freccetta nell’immagine sottostante).

Per inserire commenti, invece, restando sempre nella funzione ‘Revisioni’ clicchiamo su ‘Nuovo commento’. Un altro metodo, decisamente più rapido, è quello di cliccare sul punto desiderato con il tasto destro del mouse e scegliere la funzione desiderata dal menù.
Correzione dell’impaginato: come correggere un PDF?
L’impaginato finale è un file in formato .pdf (quindi già inserito nella gabbia) pronto per la stampa, sul quale il correttore/revisore segnalerà eventuali problemi con note tramite la funzione fornita dal programma stesso (Adobe Reader o Foxit Reader).
Attenzione: il file PDF non va mai modificato, neppure quando si possiede la versione completa del programma (Adobe Acrobat Pro).
Si interviene solo con gli strumenti presenti nella barra ‘Commento’, che per Adobe sono i seguenti:

Analizziamoli uno a uno.
N.B.: precisiamo che i comandi e le diciture riportati di seguito sono esattamente quelli dei programmi Adobe e Foxit; eventuali nostre spiegazioni sono state aggiunte tra parentesi.
Aggiunge una nota (ad esempio per commentare in merito alla formattazione del testo)
Evidenzia testo
Sottolinea testo
Aggiunge una nota al testo (per evidenziare e mettere una nota o un commento relativo a una parola/espressione specifica)
Barrare testo (per cancellare del testo che non va sostituito)
Aggiungi nota per sostituire testo (per cancellare del testo proponendo un’alternativa o una correzione)
Inserisci testo in corrispondenza del cursore (per inserire del testo o della punteggiatura mancante)
Foxit Reader presenta praticamente gli stessi strumenti, anche se con una grafica leggermente diversa:

Evidenzia (evidenzia testo)
Sottolineatura ondulata (aggiunge al testo una sottolineatura a zig-zag)
Sottolinea (sottolinea il testo selezionato)
Barrato (traccia una linea sul testo, per cancellare sezioni che non vanno sostituite)
Sostituisci testo (barra il testo selezionato e poi aggiunge il testo sostitutivo nella finestra a comparsa)
Inserisci testo (inserisce il testo sostitutivo in una nota a comparsa)
Nota (inserisce una nota che è possibile utilizzare per un breve commento)
Correttore di bozze e studi
Ora che abbiamo capito cosa deve correggere il correttore e come deve farlo, è arrivato il momento di parlare della formazione di queste figure professionali.
Iniziamo dicendo che per diventare correttore di bozze non esiste un percorso di laurea specifico. Non è nemmeno necessario conseguire abilitazioni o iscriversi ad albi professionali. Non è obbligatorio conseguire alcun tipo di attestato, insomma.
Quindi… cosa bisogna fare?
Per prima cosa, occorre capire se siamo in possesso dei requisiti di base per svolgere questo mestiere. Noi di Edigho ne abbiamo individuati almeno due…
Correttore di bozze: requisiti di base
A nostro parere, i requisiti per svolgere questo mestiere nel migliore dei modi sono i seguenti:
- occhio estremamente allenato a vedere l’errore, ma anche capacità di correggerlo: non è sufficiente accorgersi che qualcosa non va, occorre altresì essere in grado di trovare la soluzione migliore con il minimo impatto. Per riuscirci, bisogna possedere solide basi linguistiche e grammaticali (da aggiornare in continuazione);
- rapidità di consultazione degli strumenti disponibili sul sito web, per poter controllare velocemente tutto ciò di cui si dubita (meglio un controllo in più che uno in meno!).
Partendo da questa base, vediamo ora come organizzare il nostro percorso formativo.
Per approfondire: Nuove leve: cosa conviene studiare per lavorare nell’editoria.
Quale laurea serve per lavorare in una casa editrice?
Pur non essendo obbligatoria, la laurea per lavorare come correttore di bozze è un requisito che quasi tutte le case editrici richiedono (le più note, almeno, di certo). Ma attenzione: per queste realtà spesso i titoli di studio sembrano non essere mai sufficienti.
Non basta la laurea triennale in Lettere, ci vuole anche il biennio specialistico in editoria. Non basta il biennio specialistico in editoria, ci vuole anche il master nei mestieri editoriali. Non basta un qualsiasi master nei mestieri editoriali, ci vuole proprio ‘Il master’ patrocinato dalla casa editrice stessa. E così via, a non finire…
Se volete lavorare in una casa editrice, quindi, programmate con molta attenzione il vostro piano di studi.
Quale laurea serve per lavorare da freelance?
Per lavorare come correttore di bozze freelance non è necessario avere alle spalle studi universitari. È davvero molto difficile (se non impossibile) che un cliente vi chieda se siete laureati.
Questo perché, nella maggior parte dei casi, le tipologie di clienti sono due:
- quelli che guardano al risparmio;
- quelli che guardano alla qualità.
I primi avranno come unico parametro di scelta l’economicità delle vostre tariffe. I secondi si baseranno invece su esempi concreti del vostro modo di lavorare, referenze e testimonianze. In entrambi i casi, il titolo di studio non sarà quindi un criterio rilevante.
Detto ciò, l’idea di frequentare un corso di laurea umanistico non è assolutamente da scartare. L’importante è che la motivazione sia corretta: se volete farlo perché mossi da un’autentica passione per le materie di studio e perché desiderate avere una solida base culturale, allora è un ottimo punto di partenza. Se invece lo fate perché siete convinti che il famoso ‘pezzo di carta’ vi farà piovere dal cielo una marea di richieste lavorative, allora è meglio evitare.
In ogni caso, a prescindere dal fatto che si possieda o meno una laurea, un modo sicuramente efficace per impadronirsi delle basi pratiche del mestiere è frequentare un buon corso per correttori di bozze.
Per approfondire: Cosa studiare per lavorare in editoria? Perché i percorsi classici non funzionano più come una volta.
Corsi per correttore di bozze online: come scegliere quello giusto
Al giorno d’oggi sono moltissime le possibilità formative per chiunque voglia frequentare un corso per correttore di bozze online. Ma come orientarsi nel mare magnum di proposte a disposizione di ogni aspirante professionista?
Ecco cinque criteri imprescindibili:
- fiducia nel formatore: la nostra guida non può essere un ‘mestierante’ improvvisato, che un giorno si sveglia e decide di insegnare solo perché ha un’infarinatura generale della materia. È necessario che le sue referenze siano comprovate e visibili. Inoltre, deve avere una visione dell’editoria che condividiamo e un approccio che ci metta a nostro agio;
- accessibilità delle lezioni: siamo nell’era del digitale, e quindi è auspicabile che un corso online sia sempre fruibile una volta acquistato, senza scadenze o altre limitazioni;
- garanzia di apprendere le basi tecniche e gli strumenti necessari per correggere al meglio, sia in cartaceo che in digitale;
- supporto costante e feedback personalizzati sulle prove pratiche (che non devono mai mancare! Chiedetelo ai coraggiosi corsisti di Da 0 a correttore…).
- visione realista e approccio olistico. Il formatore ideale deve motivarci ma anche spaventarci un po’: questo non è un mestiere per tutti, e la concorrenza può essere spietata. Ecco perché è bene che il percorso formativo non si limiti alle mere tecniche di correzione, ma insegni come muoversi all’interno di un mercato complesso e competitivo. Si deve parlare anche di marketing, insomma.
Per approfondire: Corso di correttore di bozze? 3 ragioni per scegliere l’offerta formativa Edigho!.
Correzione di bozze: un manuale imprescindibile
Non si può parlare di formazione senza parlare di manuali!
All’interno di Da 0 a correttore (come già in Editoria ALL IN) consigliamo numerose letture utili per ogni ‘pulcino di falco’ (così ci piace chiamare i nostri corsisti).
Una di queste è sicuramente la Bibbia dei correttori: Il correttore di bozze di Marilì Cammarata, il primo libro in Italia ad approfondire in maniera specifica il ruolo di questa affascinante figura.
Si tratta di un testo breve e agile, ma davvero completo. E, cosa molto importante, si percepisce che è stato scritto da una professionista innamorata del proprio lavoro e incredibilmente competente (ci inchiniamo!).
Purtroppo il libro è un po’ datato e di difficile reperimento, ma se volete sapere come fare per procurarvelo potete leggere l’articolo Il manuale di editing e correzione bozze che devi leggere per forza.
Esercizi per correttore di bozze: ecco come fare pratica
L’apprendista correttore di bozze fa pratica… sempre e ovunque.
Quando comincerete a entrare nell’ottica del mestiere, vi verrà naturale esercitarvi non solo sui libri che leggerete, ma anche sui contenuti dei social, sui post dei blog, sugli articoli dei magazine online e su qualsiasi superficie che presenti delle scritte. Per dirla in altri termini, non avrete pace.
Inoltre, ci sono diversi manuali – come il già citato di Marilì Cammarata – che contengono prove per fare pratica con la caccia ai refusi e i simboli di correzione.
Se volete fare un passo in più, nella nostra community gratuita EDIGHO | Formazione Editoriale proponiamo ogni mese nuove esercitazioni per affinare le capacità di correzione degli Edighers, come ‘Punteggia-tu-ora’ (per allenarsi con la punteggiatura) e ‘Dialogando’ (per imparare a correggere nel modo giusto le parti dialogate).

Quanto viene pagato un correttore di bozze?
Arriviamo alle questioni spinose! La prima cosa da tenere a mente, quando parliamo di guadagno, è che l’unità di misura per calcolare la tariffa della correzione bozze è la cartella editoriale, la cui lunghezza è di 1.800 battute (ci sono realtà che preferiscono la cartella di 2.000 battute, ma sono poche).
Un’altra indicazione utile potrebbe essere quella della cifra mediana (ovvero il valore che si trova nel mezzo della distribuzione) che percepisce un correttore di bozze secondo un sondaggio di Acta, l’associazione dei freelance.
Per il primo giro di bozze la cifra è di 1 euro a cartella, per il secondo 0,80. Questi numeri non sono molto indicativi di per sé, ma possono costituire un buon punto di riferimento se associati ad altri parametri (come esperienza, qualità del proprio testo di partenza, condizioni contrattuali, tempistiche e così via).
Quanto guadagna un correttore di bozze freelance?
Ecco come calcolare la tariffa
Abbiamo appena parlato di parametri, citandone alcuni, ma è bene scendere un po’ più nel dettaglio.
Per stabilire la nostra tariffa, dobbiamo innanzitutto capire quante cartelle riusciamo a correggere in un’ora. Possiamo fare questo calcolo una volta presa dimestichezza con il mestiere, perché all’inizio saremo piuttosto lenti a ripulire i testi da ogni più piccolo refuso… è normale! Quando però avremo raggiunto una certa sicurezza nel controllo dei documenti, sarà fondamentale capire i nostri tempi di lavorazione.
Supponiamo di farci pagare 1 euro a cartella e di riuscire a correggere 3 cartelle all’ora. La nostra tariffa oraria sarà di 3 euro. Un po’ pochino, vero?
E allora, qual è il numero giusto di cartelle da correggere in un’ora? Dipende dal correttore: c’è chi va di corsa e chi se la prende con più calma. Basandosi su una stima media, Acta indica 10,3 cartelle all’ora per la prima bozza e 12,8 cartelle all’ora per la seconda. Se ci rendiamo conto di essere molto lenti e vogliamo avere un obiettivo di miglioramento concreto, questo potrebbe essere un buon punto di partenza.
Un altro parametro fondamentale da tenere in considerazione è quello dell’autorevolezza. All’inizio non potremo proporre tariffe elevatissime, perché dovremo fare gavetta. A mano a mano che aumenteranno esperienza e autorevolezza, però, anche il nostro compenso dovrà incrementare di conseguenza.
Uno degli aspetti positivi dell’essere freelance è proprio la velocità con la quale si può crescere: siamo noi a stabilire le tappe della nostra carriera e a definire gli sforzi necessari per raggiungerle.
Quanto si guadagna lavorando in una casa editrice
Chi lavora come dipendente in una casa editrice (ma anche in un’agenzia di scrittura o di servizi editoriali) non ragionerà a tariffa, perché avrà uno stipendio fisso. Solitamente non parliamo di grandi cifre: le CE non sono certo famose per i loro lauti stipendi… Le possibilità di crescita saranno minori rispetto a quelle di un libero professionista, ma in teoria ci sarà più stabilità e continuità lavorativa (dovremmo aprire una parentesi infinita, ma ci limitiamo a dirvi che ne abbiamo parlato a lungo in Da 0 a Correttore: troverete lì tutte le nostre considerazioni in merito).
Un altro discorso riguarda i collaboratori esterni di case editrici e agenzie. In questo caso, i liberi professionisti hanno molte più ‘facilitazioni’ rispetto a chi lavora direttamente con gli autori: non devono cercare i clienti, non devono gestire le trattative, non devono rincorrere nessuno per ottenere i pagamenti (si spera!) e così via. Perciò, è naturale e giusto che le tariffe proposte da queste realtà siano un po’ inferiori alle medie di mercato che abbiamo visto sopra.
Può inoltre capitare che le case editrici propongano ai loro collaboratori freelance un forfait mensile: tale modalità può essere considerata sia un vantaggio che uno svantaggio, a seconda dei casi. Certo, di questi tempi ricevere una quota garantita è indubbiamente appetibile… ma alcuni datori di lavoro tendono ad approfittarsene, caricando sulle spalle del correttore moltissimi lavori in poco tempo, forti del fatto che per tutto il mese quella persona è già stata pagata. Perciò, è bene valutare con estrema attenzione proposte del genere.
Iniziare a lavorare come correttore di bozze: consigli e strategie
Negli articoli del blog e nei contenuti condivisi nella nostra community l’abbiamo detto più volte: scrivere su Google ‘correttore di bozze lavora con noi’, scorrere tutti gli annunci che ci capitano sotto tiro e mandare una montagna di CV corredati da un’e-mail preconfezionata di tre righe è un approccio superato e, diciamolo, completamente inutile.
Le case editrici e le società di servizi editoriali ricevono decine di richieste lavorative ogni giorno. La concorrenza è altissima e i posti di lavoro pochi: sono ben altre le tattiche che dovremo mettere in atto per emergere.
Esistono siti per lavorare come correttore di bozze?
No, non esistono portali dedicati esclusivamente alla ricerca di lavoro per i correttori di bozze, però in rete ci sono molti siti – chiamati ‘marketplace’ – che si occupano di intermediazione tra domanda e offerta in vari ambiti professionali.
Idealmente, frequentare i marketplace potrebbe essere un buon modo per fare gavetta e trovare i primi clienti. Perché ‘idealmente’? Perché questi siti hanno diverse pecche. Innanzitutto, in Italia non ci sono (ancora?) marketplace dedicati solo all’editoria, perciò questi luoghi risultano molto dispersivi. Inoltre le tariffe minime – ammesso che ci siano – sono bassissime.
Spesso l’iscrizione a tali piattaforme si traduce in una guerra a chi propone il prezzo più basso, per cui occorre fare molta attenzione alle logiche alle quali bisogna sottostare per aggiudicarsi una commessa.
Chi è agli inizi può considerare i marketplace un’occasione per mettersi alla prova, per prendere i primi contatti e fare pratica nel mondo del lavoro. Di certo però non è su questi portali che si potrà costituire una solida base per una carriera a lungo termine.
Per approfondire: 5 siti per lavorare come correttore di bozze.
Qual è la nostra meta lavorativa?
Le strategie da adottare dipendono anche e soprattutto dai nostri obiettivi. Vogliamo lavorare come dipendenti per una casa editrice, oppure come freelance spaziando tra autori indipendenti, professionisti, agenzie di scrittura e CE? In base alla risposta che ci daremo, le strade da valutare saranno diverse. Abbiamo iniziato a parlarne in Edigho START!, abbiamo approfondito in Editoria ALL IN e abbiamo ripreso il discorso, in modo mirato, in Da 0 a correttore.
Correttore di bozze e stage per case editrici: è una buona idea?
Spesso le case editrici scelgono per la correzione di bozze delle risorse alle prime armi.
Tale pratica non è nuova: ne parla anche Marilì Cammarata nel già citato Il correttore di bozze, scritto negli anni Novanta. Persino all’epoca le CE si avvalevano di correttori inesperti per risparmiare qualche soldo.
E qual è l’inserimento previsto per queste risorse junior? Lo stage, ovviamente. Stage poco pagato o addirittura non pagato.
Occorre fare molta attenzione alle offerte di tirocinio che ci vengono proposte: servono davvero a fare gavetta, oppure sono finalizzate all’assunzione di manodopera sottopagata (o gratis)?
Non è facile capirlo prima di entrare a far parte di una determinata realtà, ma ci sono dei segnali ben precisi da valutare quando leggiamo gli annunci e affrontiamo i primi colloqui. Ne abbiamo parlato nell’articolo Correttori di bozze e offerte di lavoro: come distinguere le opportunità dalle perdite di tempo.
Consigli per iniziare a collaborare con una casa editrice
Se, nonostante le premesse, vogliamo comunque tentare la strada del classico invio del CV alla casa editrice dei nostri sogni, allora dobbiamo assicurarci di farlo nel migliore dei modi.
Un aspetto molto importante, sul quale è necessario investire tempo ed energie, è la stesura della e-mail che accompagnerà il nostro curriculum. Questa dovrà catturare l’attenzione del selezionatore fin dalle prime righe, rispondere a tutti i requisiti dell’annuncio e dimostrare una conoscenza approfondita dell’azienda alla quale stiamo scrivendo. E, ovviamente… non dovrà contenere errori e refusi!
Oltre alla presentazione e al CV, possiamo fare un passo in più e pensare a un contenuto aggiuntivo da offrire a chi ci legge. Per esempio, possiamo commentare un’operazione editoriale tra le più riuscite della CE. Oppure, possiamo segnalare i refusi che abbiamo riscontrato in una loro pubblicazione, magari allegando una prova di correzione bozze sul testo incriminato. Attenzione, però: questo approccio deve essere tentato con molto garbo, senza rischiare di accusare la casa editrice di ignoranza o trascuratezza!
Per approfondire, vi segnaliamo l’articolo Come collaborare con una casa editrice: 3 dritte per costruire una proposta perfetta.
Diventare correttore di bozze freelance è fattibile?
L’alternativa a lavorare come stagista sottopagato o addirittura a non lavorare, c’è: è l’attività di correzione bozze da freelance. Ma questa opportunità non deve essere considerata un ripiego, bensì una scelta consapevole, un vero e proprio stile di vita.
Una strada per chi è stanco di sentirsi dire che è troppo giovane o troppo vecchio per iniziare, per chiunque non accetti di venire discriminato solo perché ha figli piccoli da gestire o perché vuole lavorare in giro per il mondo anziché rimanere incatenato alla scrivania.
Lavorare come correttore di bozze da casa, costruendosi in autonomia il proprio percorso di carriera e spaziando tra diverse realtà, è una prospettiva entusiasmante e ricca di possibilità… ma anche molto complicata.
Approfondimento: se volete conoscere quattro dritte Edigho per gestire al meglio la correzione bozze da remoto (senza impazzire) vi consigliamo l’articolo Correggere bozze da casa: missione possibile?
Le competenze trasversali per avviare una carriera proficua nella correzione bozze da freelance
In Edigho lo ripetiamo sempre: «Non serve essere i correttori di bozze migliori del mondo, se nessuno lo sa».
E non deve saperlo tutto il pianeta, sia chiaro, ma solo la nicchia specifica alla quale ci rivolgiamo. Questa è infatti la primissima domanda da porsi: «Con chi voglio lavorare?».
Come abbiamo visto, le possibilità di lavoro nella correzione sono innumerevoli: possiamo rivolgerci agli autori di narrativa di genere o non di genere, agli scrittori di saggi, ai professionisti che vogliono promuovere la loro attività con manuali e autobiografie e così via.
Una volta individuata la nostra nicchia, possiamo cominciare a sviluppare tutte le skills necessarie per attrarla. Ecco allora quali sono, secondo noi, le competenze trasversali utili da apprendere per avviare una carriera proficua:
- personal branding: per impostare un marketing personalizzato basato sui nostri punti di forza;
- brand positioning: per posizionarci nel modo migliore sul mercato editoriale ed emergere sui competitor;
- comunicazione web: per usare al meglio i social, il sito, il blog e tutti gli strumenti necessari per dialogare con la nostra nicchia;
- capacità di ascolto ed empatia: per capire le necessità dei clienti;
- negoziazione: per essere preparati e assertivi quando parliamo di tempistiche, tariffe, acconti e modalità di pagamento con i nostri interlocutori;
- gestione del tempo: per riuscire a rispettare le scadenze senza impazzire;
- fiscalità: per essere pronti all’avvio dell’attività autonoma senza annegare nella marea di tasse e incartamenti della burocrazia italiana.
Queste informazioni e questi termini tecnici possono spaventare, forse perché in Italia siamo abituati a pensare che il marketing, la fiscalità e tante altre questioni siano un qualcosa di avulso dall’etereo mondo delle belle lettere.
In realtà, noi Edighers sappiamo bene che trovare un punto di contatto tra tali materie e l’editoria non è solo fondamentale al giorno d’oggi, ma può essere anche molto divertente!
È una consapevolezza che anima tutti i contenuti che proponiamo nel gruppo, nel blog, nei webinar e, ovviamente, nei nostri corsi. All’interno di Da 0 a correttore, per esempio, troverete due interi moduli dedicati al mondo del lavoro, alla ricerca del primo cliente e alla fiscalità.
Costruirsi la propria attività è faticoso, ma anche esaltante! Vederla crescere giorno dopo giorno, confrontandosi con una community di esperti e di aspiranti che condivide la nostra stessa passione, è la cosa più stimolante che ci possa essere.
La correzione di bozze vive

Concludiamo così, con uno dei simboli di correzione bozze più iconici: il cosiddetto ‘vive’.
L’attività del correttore di bozze non è affatto morta, come dicono in molti.
La correzione di bozze vive.
Per ogni quotidiano che rinuncia alla correzione, ci sono dieci imprenditori e autori indipendenti che la richiedono. Per ogni casa editrice che risparmia su questa lavorazione, c’è una nuova agenzia di servizi editoriali pronta a mettersi sul mercato e a scommettere su professionisti svegli e capaci.
Tutto sta agli aspiranti correttori e correttrici, alla loro voglia di studiare, imparare e mettersi alla prova.
Se desiderate farlo anche voi, i nostri contenuti gratuiti, la nostra community e i nostri corsi vi aspettano online (e, presto, anche offline…!).