Strillo, blurb, fascetta: impariamo a conoscere le parti più iperboliche del libro!
‘Il caso editoriale dell’anno’.
‘Il romanzo del nuovo Stephen King’.
‘Il libro che dovete leggere’.
‘Un romanzo sorprendente, che vi terrà con il fiato sospeso dalla prima all’ultima pagina (Fidenzio Esagerati, critico letterario)’.
Vi dicono niente queste frasi iperboliche? Sono proprio loro: gli strilli entusiasti che leggiamo nelle fascette editoriali.
Se volete conoscere la storia e la funzione dei paratesti più sperticati dell’editoria, l’articolo che state leggendo fa per voi!
Cos’è la fascetta del libro?
La fascetta del libro, o fascetta editoriale, è una striscia di carta che può avvolgere un libro a scopo promozionale.
La colorazione, di solito, è a tinte calde e accese; i toni più in voga sono il rosso scarlatto – che in ambito pubblicitario viene scelto per conferire al prodotto una visibilità immediata – o il giallo limone, che trasmette un’idea di energia e vivacità.
La sua superficie può ospitare un’intera frase o, in alcuni casi, anche una sola parola: nel romanzo Urania Storie naturali, scritto da Primo Levi sotto lo pseudonimo di Damiano Malabaila, la fascetta presentava un unico vocabolo: ‘Fantascienza?’.
A volte può contenere una piccola foto: il cast del film tratto dal libro in questione, un ritratto dell’autore o del celebre scrittore che ne consiglia la lettura.
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Lo strillo
Spesso la fascetta viene confusa con il cosiddetto strillo, termine tecnico mutuato dal giornalismo. Tra i due termini, però, c’è una differenza sostanziale:
- lo strillo è una frase d’effetto che serve a incuriosire il potenziale lettore. Può trovarsi in diverse parti del libro: nella prima o nella quarta di copertina, nelle bandelle o, appunto, nella fascetta. Nell’industria libraria viene anche chiamato ‘soffietto editoriale’, mentre in inglese viene designato con il termine ‘book blurb’;
- la fascetta è la striscia di carta che può contenere uno strillo o altre informazioni utili al lettore (ma soprattutto utili al marketing della casa editrice).
A cosa servono le fascette?
Produrre una fascetta editoriale costituisce un considerevole costo per un editore, che si va ad aggiungere alle spese ordinarie per la stampa e la commercializzazione del libro.
È un elemento opzionale; se si decide di allegarlo all’opera, ci dev’essere un ritorno a livello di investimento. Il suo scopo, quindi, è uno solo: vendere più copie possibili richiamando l’attenzione del lettore con una frase attrattiva.
L’obiettivo può essere raggiunto tramite vari espedienti, sottolineando i punti forti del libro, suscitando curiosità o creando attesa per la lettura. Vediamo qualche esempio degli elementi evidenziati più spesso in questo paratesto.
- Successo editoriale: le fascette ci annunciano che l’opera è un bestseller, che ha venduto centinaia di migliaia di copie, che è arrivata alla decima edizione nel giro di poco tempo e così via.
- Riconoscimenti letterari: ‘Finalista Premio Strega’, ‘Vincitrice Premio Urania 2021’, ‘Dall’autore Premio Nobel per la letteratura’ ecc.
- Motivazione a leggere l’opera: la fascetta ci dice che dobbiamo acquistare il libro perché ci cambierà la vita, perché ci trasmetterà informazioni utili o ‘semplicemente’ perché è emozionante (oppure spassoso, struggente, sorprendente, appassionante, necessario…).
- Domanda d’effetto al potenziale lettore, come ad esempio: ‘E tu, hai paura di amare?’, ‘Sicuro di conoscere tutti i segreti sugli alieni?’ o la già citata ‘Fantascienza?’.
- Collegamento con autori di grande fama: possiamo leggere espressioni come ‘Il nuovo Dan Brown’, ‘Le atmosfere di Jane Austen’, ‘Se vi piace Nicholas Sparks vi piacerà anche Tizio Caio’.
- Citazioni: pareri di personalità influenti che hanno letto il libro o frasi significative tratte dall’opera.
- Richiami a film o serial tratti dal libro.
La storia delle fascette editoriali
Prima della fascetta, nacque lo strillo.
L’autore che ebbe il colpo di genio fu il poeta statunitense Walt Whitman: nel 1856 stampò a sue spese un’edizione di Foglie d’erba corredata da un’incisione dorata della frase ‘I greet you at the beginning of a great career’, scritta dal filosofo Ralph Waldo Emerson.
Peccato che la citazione fosse estrapolata da una lettera privata, cosa che fece infuriare Emerson, spingendolo a scrivere una recensione negativa dell’opera. I rischi del marketing…
Nel 1907 debuttò invece l’idea della sovraccoperta promozionale cartacea, antenata della nostra fascetta.
Siamo ancora in America, la cornice è quella del gala annuale organizzato dall’American Booksellers’ Association.
Per presentare il suo libro Are You A Bromide?, il critico e scrittore umoristico Gelett Burgess pensò di ricoprire ogni copia dell’opera con un foglio raffigurante la pubblicità di una donna urlante, che battezzò ‘Miss Belinda Blurb’. In una sola occasione, Burgess coniò il termine blurb e creò la prima, pionieristica, fascetta!
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Conoscere le parti del libro
Conoscere i paratesti e le componenti dell’oggetto-libro è fondamentale per ogni professionista editoriale, sia per svolgere al meglio il proprio lavoro, sia per evitare di fare brutte figure con i clienti.
Un ottimo saggio per chiunque sia interessato all’argomento è il brioso (e accuratissimo) Fuori di testo: Titoli, copertine, fascette e altre diavolerie di Valentina Notarberardino, dal quale abbiamo tratto alcune informazioni per questo articolo.
Per approfondire ulteriormente la conoscenza del mercato librario consigliamo inoltre di dare un’occhiata alla pagina di Editoria ALL IN, il maxi-corso per tutti coloro che vogliono trasformare la passione per i libri in un mestiere vero e proprio!