A conclusione dell’articolo sulla filiera editoriale, ci siamo posti un’interessante domanda: un professionista dei servizi editoriali deve saper fare un po’ di tutto, o è meglio che si focalizzi su un particolare aspetto della produzione e proponga solo quello?
Partiamo da una premessa: noi, membri della community di Edigho, siamo qui per diventare correttori di bozze, editor e ghostwriter.
Non siamo qui per diventare tipografi, né grafici, né impaginatori (anche se nel nostro percorso di formazione parleremo di impaginazione).
Insomma, siamo qui perché vogliamo lavorare sul testo.
Tuttavia, per poter lavorare sul testo, a prescindere dal momento in cui entriamo in gioco, dobbiamo sapere cosa è avvenuto prima, cosa avverrà dopo e quali sono gli obiettivi e le richieste dell’autore o dell’editore.
Questo perché è fondamentale avere una visione a 360° gradi, che manca alla maggior parte degli editor con cui mi sono confrontata negli ultimi anni.
Non significa essere tuttologi e saper fare qualsiasi cosa. Significa avere uno sguardo d’insieme, in cui inquadrare i servizi editoriali specifici che vogliamo proporre ai clienti.
Come scegliere il servizio editoriale giusto da proporre?
Per capire meglio quale servizio editoriale offrire ai nostri clienti, partirò da un esempio pratico.
Supponiamo che vogliate lavorare esclusivamente come correttori di bozze. Un potenziale autore busserà alla vostra porta e vi dirà: «Ho scritto questo libro, me lo correggi?».
Cosa farete? Forti della vostra competenza sull’argomento, gli spiegherete che esistono diversi servizi editoriali, diversi livelli di correzione del testo.
Allora lui, povero autore, scomparirà. Oppure vi risponderà dicendo che non ha tutta questa voglia di conoscere i meccanismi del mondo editoriale. Vuole soltanto che il suo libro venga corretto.
A quel punto avrete due possibilità:
- gli direte che vi limiterete alla correzione degli errori sintattici più grossolani, eventuali refusi ed errori di battitura;
- gli direte che, prima di tutto, è importante per voi leggere il testo, capire perché sia stato scritto e quali siano i suoi obiettivi, se esista una struttura solida sulla quale si può andare a lavorare e quali ne sono i punti deboli.
Non esiste una possibilità migliore dell’altra in senso assoluto, ma esiste una possibilità migliore dell’altra in senso relativo. Mi spiego meglio…
Quale servizio editoriale vi piace di più?
Chi è agli inizi, per quanto mi riguarda, deve partire dalla correzione di bozze e focalizzarsi solo su quell’aspetto. Questo perché, lavorando sulla correzione dei refusi, si imparano molte altre cose che saranno indispensabili per poi diventare un buon editor. Saltare questo passaggio sarebbe un grande errore.
Quando si ha poca esperienza e ci si rivolge a un target che non sa quasi nulla di servizi editoriali e di correzione dei testi, è meglio offrire un solo servizio e offrirlo al meglio.
Solo quando sentirete di avere piena padronanza di quello che state facendo, potrete aggiungere qualcosa in più.
Chi invece lavora già come editor e si sente sicuro delle sue competenze, allora deve fare una scelta: proporsi solo per l’editing, oppure anche per la correzione di bozze, per trascrizioni e sbobinature, traduzioni, impaginazioni, consulenze, coaching, supporto nell’autopubblicazione?
Come capirlo? Si parte sempre da quello che ci piace di più. Semplice. Se poi la nostra attività preferita sarà anche la più remunerativa, o meglio, quella capace di garantirci il miglior rapporto tempo impiegato/riscontro economico, allora avremo fatto bingo e non ci converrà davvero andare a complicarci la vita!
Il mio errore e la lezione imparata
Io ho iniziato proponendomi come editor, ma presto iniziarono ad arrivarmi richieste che con l’editing non c’entravano nulla.
Una volta si rivolse a me un ragazzo che aveva tradito la sua compagna, chiedendomi di scriverle una lettera perché lui non ne era in grado. Quel lavoro non l’ho accettato, ma ne ho accettati molti altri di livello simile: avevo bisogno di mettere insieme uno stipendio e pensavo che quello fosse il modo migliore per farlo.
La verità? Se mi fosse davvero piaciuto occuparmi di mille cose diverse, e se facendolo fossi riuscita a portare a casa quanto mi serviva per vivere, sarebbe anche potuto andare bene così.
In realtà, però, tutta quella frammentazione non mi piaceva affatto: desideravo potermi concentrare solo sull’editing e sul ghostwriting.
Se avessi capito subito che bastava alzare la tariffa dei miei servizi… beh, avrei faticato molto meno e mi sarei goduta di più i primi anni di lavoro!
Scelti gli obiettivi, si traccia la strada
Concludendo, tutto dipende da quello che vi piace fare.
Tutto dipende dagli obiettivi che avete, in termini lavorativi, in termini economici, in termini di qualità e stile di vita.
Uno dei propositi principali del mio progetto di formazione editoriale è aiutare gli aspiranti professionisti a rispondere a queste domande, prima di lanciarsi nel mercato dei servizi.
Se non si conosce la strada, se non si ha chiara la meta da raggiungere, il rischio è quello di perdere tempo. Tempo e occasioni preziose.
Da dove partire per iniziare l’avventura?
Innanzitutto, dobbiamo conoscere i diversi livelli di correzione che si possono attuare su un testo, la differenza tra correzione di bozze ed editing e i diversi livelli di editing.