Un’ottima strategia per tentare di costruirsi una carriera nell’editoria, è diventare correttori di bozze esperti: si tratta del primo, fondamentale passo per avviarsi alle professioni editoriali.
Consapevoli di questo, andiamo quindi su Google e digitiamo ‘correttore bozze lavora con noi’.
La ricerca, però, non dà i risultati previsti. Non capitiamo nel sito di una casa editrice desiderosa di assumerci ma ci ritroviamo qui, a leggere un articolo che dimostra come questa idea non sia il modo giusto per trovare lavoro.
È una cattiva notizia? No. È un utilissimo cambio di prospettiva.
Digitare ‘correttore di bozze lavora con noi’ è una modalità superata
Fermiamoci un attimo e riflettiamo su come sia cambiato il mercato del lavoro negli ultimi anni.
Fino a poco tempo fa, come si cercavano opportunità professionali? Si analizzavano gli annunci degli appositi portali, si mandavano centinaia di CV e poi si aspettava una chiamata.
E si aspettava, si aspettava… a volte anche per mesi interi. A quel punto, ci si metteva un bel completo elegante e si andava a fare un colloquio formale in azienda. A quel punto non restava che sperare di aver ben impressionato i selezionatori.
Molti pensano che oggi funzioni ancora così. Per fortuna, però, in diversi settori (tra cui il nostro!) questo è un approccio ormai sorpassato.
Sono pochissime le case editrici che assumono e migliaia i professionisti che, quotidianamente, cercano un impiego. Inviare candidature un po’ a tutti non è certamente la strada giusta per ritagliarci il nostro spazio nel mercato. Rischiamo di non essere notati. E allora, come fare? Il primo step è capire cosa cambia tra ‘cercare lavoro’ e ‘attrarre lavoro’.
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La differenza tra cercare lavoro e attrarre lavoro
Una volta compreso questo concetto, i colloqui in giacca e cravatta o tailleur diventeranno un appannato ricordo.
I professionisti della correzione bozze e degli altri mestieri editoriali, infatti, oggi non dovrebbero più cercare lavoro: dovrebbero attrarlo o crearlo. Detengono lo scettro del potere, perché possono selezionare i clienti migliori per i loro obiettivi.
Ma, in concreto, come si fa ad attrarre il lavoro? A questo tema abbiamo dedicato molti approfondimenti nel gruppo EDIGHO | Formazione Editoriale. E continueremo a farlo nei prossimi mesi.
Uno degli aspetti fondamentali che abbiamo sottolineato, fin da subito, è l’importanza di trovare la nostra nicchia.
L’importanza di trovare la propria nicchia di mercato
Individuare uno specifico segmento di mercato è il modo migliore per specializzarci e ritagliarci il nostro spazio nell’editoria di oggi.
Scoviamo una nicchia, studiamola, analizziamo i comportamenti del target che la popola: che social network usa?, che bisogni ha? Diventiamo i migliori nel nostro ambito e colonizziamolo.
Dobbiamo creare relazioni, farci conoscere, presentarci alle persone che ci interessano.
Come possiamo farlo? Di certo non scrivendo su Google ‘correttore bozze lavora con noi’!
Gli strumenti che abbiamo a disposizione sono numerosi: LinkedIn, Facebook, il nostro blog personale o il cosiddetto ‘sito vetrina’. La scelta dipende dal tipo di clienti che stiamo cercando e dalla nostra modalità di comunicazione preferita.
I canali migliori per attrarre lavoro
1. LinkedIn
Se vogliamo lavorare con agenzie di scrittura o case editrici, LinkedIn è imbattibile.
Ovviamente non dobbiamo chiedere il contatto a tutti i direttori editoriali che ci balzano all’occhio, in modo indiscriminato. Dobbiamo invece studiare le realtà che ci interessano, a seconda della nicchia scelta (editori di fantascienza?, agenzie di scrittura specializzate nel supporto agli autori self?).
Una volta individuate le realtà più adatte, cominciamo a collegarci con le persone che ci lavorano.
Com’è naturale, non saremo gli unici ad aver avuto questa idea. E allora, come possiamo distinguerci?
È necessario formulare un’offerta innovativa, creativa e pertinente con i nostri servizi. Un esempio? Se vogliamo lavorare come correttori di bozze, di sicuro avremo un occhio di falco: ci sarà capitato più volte di trovare refusi all’interno di saggi e romanzi, anche se pubblicati da realtà editoriali blasonate. Potremmo segnalare gli errori individuati ai direttori editoriali della nostra nicchia e proporre una prova di correzione bozze (valutiamo se gratuita o meno).
2. Facebook
Se ci interessa lavorare con gli autori indipendenti, allora Facebook è ancora il social migliore.
Iscriviamoci ai gruppi dedicati agli scrittori emergenti e partecipiamo alle discussioni. Indaghiamo sulle speranze e sulle difficoltà di questi autori, appassioniamoci ai temi caldi.
Possiamo anche proporci come beta reader e, una volta stabilita una relazione di fiducia, candidarci per la correzione di bozze o per altri servizi editoriali.
Un’avvertenza: spesso i gruppi Facebook hanno regole molto rigide sulla pubblicazione di offerte/proposte di lavoro, quindi leggiamo con attenzione il regolamento prima di presentare in modo esplicito i nostri servizi.
3. Blog personale e sito
Lo strumento trasversale a ogni tipologia di professionisti è il sito internet e/o il blog.
Attrarre lavoro scrivendo articoli e post è la strada più lunga e tortuosa. Vent’anni fa pochissimi avevano un blog o un sito, perciò era molto più facile ottenere visibilità. Oggi, invece, quasi tutti i freelance hanno il loro bel sito-vetrina attraverso il quale propongono servizi e tariffe.
Non sto dicendo che sia sbagliato averne uno, ma bisogna utilizzarlo con il giusto spirito. Ci sono due modi di utilizzare un sito o un blog personale:
- il modo sbagliato è aprirlo, scriverci sopra quanto siamo bravi, metterci la nostra foto migliore e aspettare che i clienti piovano dal cielo;
- il modo giusto è usarlo come strumento integrativo per raccontarci nel personale, prendendoci lo spazio per farci apprezzare dai clienti (potenziali o già acquisiti) grazie alle nostre idee e ai nostri progetti. Non sarà l’unico mezzo con cui ci faremo conoscere: si andrà ad affiancare a tutti gli altri.
L’importanza di creare relazioni
Quando si parla dell’importanza di creare relazioni, spesso gli esempi pratici valgono più di mille parole. Riporto quindi il caso della mia collaboratrice Ivana Poletti, appassionata di libri urban fantasy scritti da autrici indipendenti.
L’interesse per questa nicchia di e-book è nato come un hobby. Col tempo Ivana ha stretto relazioni di fiducia con le scrittrici, condividendo le sue opinioni, le recensioni del suo blog e offrendo servizi gratuiti di beta reading. Quando una di queste autrici ha pensato di cercare un’assistente virtuale, le è risultato naturale rivolgersi a lei. E così la passione si è trasformata in un lavoro, basato su anni di stima e confronto.
Qual è il punto?
Che questo non è certo un percorso semplice e veloce, ma è quello che funziona oggi. Ed è l’unico che ci permette di attrarre i clienti giusti.
Se non vogliamo trascorrere le nostre giornate a digitare su Google ‘correttore bozze lavora con noi’ senza ottenere riscontri, l’unica soluzione è darci da fare.
Troviamo la nostra nicchia, attraiamo i clienti con cui ci interessa lavorare e iniziamo a gettare le basi per la carriera che abbiamo sempre sognato.