Che cosa fa una tipografia e cosa produce?

Cosa fa una tipografia? Tutto quello che c’è da sapere

Cosa producono le tipografie, chi ci lavora e 3 consigli utili per chi vuole entrare nel settore

Solitamente noi collaboratrici di Edigho non scriviamo in prima persona gli articoli per il blog, ma oggi dovrò fare un’eccezione.

Mi chiamo Lorena, lavoro da 25 anni nel settore della stampa e delle arti grafiche, e proprio per la mia esperienza sul campo mi sento la persona più indicata per accompagnarvi in questo mondo che, come altri in ambiti differenti, è stato stravolto negli ultimi decenni dall’avvento del digitale e delle nuove tecnologie.

L’evoluzione della stampa in tipografia

Prima di tutto, è doverosa una premessa. È comune utilizzare il termine ‘tipografia’ quando si parla dello stabilimento industriale o artigianale in cui si realizza la stampa, a prescindere dal metodo utilizzato.

La stampa con i tipi, ossia con i caratteri mobili – da cui proviene il termine ‘tipografia’ –, è sicuramente quella più antica e si fa ricondurre all’intuizione del nostro caro amico Gutenberg ma, con il passare dei secoli, varie invenzioni hanno trasformato il settore, e il procedimento di stampa non è più quello con le matrici in rilievo.

Nel mio percorso come dipendente, ho assistito a varie ‘rivoluzioni’: dall’ascesa di nuovi macchinari alla loro dismissione dopo qualche tempo.

Così, per la stampa offset, ho potuto ancora vedere l’utilizzo della fotounità per la creazione delle pellicole, il loro montaggio sulle lastre e la loro incisione tramite il bromografo, per poi dimenticarmi di questi passaggi e avere a che fare con il CTP (computer to plate), con il quale si generano le lastre direttamente dal computer.

Tuttavia, il progresso digitale ha fatto sì che accanto alla stampa ‘tradizionale’ possano convivere nuove soluzioni e macchine più moderne in grado di rispondere all’esigenza delle basse tirature del mercato attuale, abbattendo costi e tempo.

È il caso delle stampanti di produzione ad alta velocità, collegate direttamente alle postazioni PC degli operatori di graphic design e dalle quali, ad esempio, può uscire un opuscolo già piegato e pinzato!

Cosa fa una tipografia oggi?

In generale, in tipografia si realizza tutto quello che è possibile stampare sulla carta e sui cartoncini. Si va dalla realizzazione dei biglietti da visita, quindi, ai manifesti di grande dimensione, come i 6×3 metri prodotti con i plotter, altro regalo della ‘rivoluzione’ digitale. E poi coordinati aziendali, brochure, volantini, flyer, pieghevoli, poster, cartelline, calendari… l’elenco è davvero lungo.

Accanto ai supporti classici, a seconda delle macchine a disposizione, si possono affiancare altre produzioni, come la creazione di etichette adesive, anche sagomate, le vetrofanie o la stampa diretta su forex, applicazioni di adesivi su pannelli di vario materiale o, addirittura, può essere presente in stamperia anche una termopressa per la personalizzazione di t-shirt, felpe e altri gadget in tessuto.

In tipografia le lavorazioni non si fermano solo alla stampa: ci sono prodotti che necessitano di altri interventi, come la rilegatura, la fascicolatura, la piega, la cordonatura, la plastificatura e tanto altro ancora.

Volete sapere di più sulla legatura? Leggete l’articolo dedicato a questa fondamentale lavorazione editoriale: https://formazioneditoriale.it/cosa-e-realizzazione-legatura-editoriale/

Chi lavora in tipografia?

A seconda delle dimensioni della realtà imprenditoriale specifica, nella tipografia ci possono essere diverse figure professionali.

Prima di tutto c’è il tipografo (o l’operatore di macchine da stampa) che si occupa personalmente della stampa. Il suo compito è programmare le macchine, preparare gli inchiostri, scegliere il supporto più adatto per ogni lavoro da produrre, seguire il corretto funzionamento della macchina e controllare la qualità del prodotto in uscita.

Ovviamente, finito il lavoro, si preoccuperà di fare la manutenzione e la pulizia del macchinario.

Possono esserci anche il rilegatore o l’operatore di legatoria, che svolgono le attività di rilegatura e brossatura per realizzare il prodotto finito tramite macchinari specifici come tagliatrici, piegatrici, cucitrici, ecc.

Non può mancare un graphic designer. Tra le sue competenze, oltre alla conoscenza dei più famosi programmi professionali di grafica, c’è sicuramente lo studio della composizione, la teoria dei colori, la scelta dei caratteri più idonei per ogni occasione.

Volete imparare a impaginare un testo? Potreste avere bisogno di un corso di impaginazione. Leggete qui: https://formazioneditoriale.it/seguire-corso-impaginazione-una-buona-idea/

Lavorare in tipografia: 3 consigli utili

Chi vuole intraprendere un mestiere legato alla grafica e al mondo della stampa può seguire questi pratici consigli:

  1. scegliere la giusta scuola: per lavorare nel settore della stampa sono necessari studi di grafica e design, ma anche fondamenti di comunicazione e di belle arti. Le scuole fondate da don Bosco, note come scuole grafiche salesiane, sono indubbiamente gli istituti storici che hanno formato per 160 anni tipografi, stampatori, legatori e grafici. Ma ovviamente non sono le sole: ci sono istituti tecnici a indirizzo ‘grafica e comunicazione’ e centri di formazione professionali pubblici e privati, per non parlare delle università;
  2. lavorare sul campo, tramite stage e tirocini in tipografia: nel mio lavoro, ho affiancato molti giovani stagisti, alcuni che si stavano formando in istituti professionali, altri che arrivavano dall’accademia di belle arti. Li definisco tutti artisti, nelle loro specializzazioni, e quasi tutti sono diventati grafici freelance che continuano a collaborare con la tipografia dove lavoro;
  3. diventare apprendista in una realtà già avviata, affiancando il tipografo e imparando da lui i trucchi del mestiere.

I punti 2 e 3 possono essere slegati da un discorso di formazione specifica.

Certo, studiare e avere le basi corrette della professione facilita l’accesso al mondo del lavoro, ma quelle della grafica e della stampa sono competenze che vanno aggiornate nel corso del tempo: si dovrà sempre studiare durante il proprio percorso lavorativo, tenendosi al passo delle tendenze, delle tecnologie e dei processi di stampa in trasformazione continua.

Dalla tipografia alle lavorazioni editoriali

Anche se una tipografia non è una casa editrice – ma può stampare per conto di un editore –, può occuparsi lei stessa dell’impaginazione e della stampa dei libri su commissione diretta dell’autore.

Ecco che quindi figure professionali come editor e correttori di bozze, anche se non direttamente assunti nella tipografia, possono affiancarsi al lavoro del tipografo, che potrà in questo modo mandare in stampa il testo più pulito possibile, contribuendo alla realizzazione di libri migliorati e perfezionati, nella forma e nella sostanza.

A questo proposito, vi rimandiamo alla nostra guida per diventare correttore di bozze: https://formazioneditoriale.it/correzione-di-bozze-chi-e-cosa-fa-e-come-diventarlo/

Per contro, può succedere che chi da anni lavora in tipografia decida di fare il percorso per certi versi contrario: mettersi a studiare diventando correttrice di bozze e aspirante editor, aggiungendo, alla propria esperienza di impaginatrice e di conoscenza dei formati dei libri e delle carte per l’editoria, una dote da cacciatrice di refusi e una predisposizione a lavorare sui testi.

È proprio quello che è successo a me, seguendo i corsi di Edigho.

E voi cosa state aspettando? Investite nella vostra formazione con uno dei nostri corsi: https://formazioneditoriale.it/corso-di-editoria-online-edigho/

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