Pro e contro del crowdfounding di libri

Crowdfunding di libri: ecco come funziona veramente

Cosa vuol dire pubblicare libri con la formula del crowdfunding e quando conviene farlo

L’editoria in crowdfunding è molto particolare: si distingue sia dalle CE tradizionali, sia dagli editori a pagamento, sia dal self-publishing.

Come funziona? La casa editrice lancia nel suo sito una campagna con la quale viene chiesto al pubblico di finanziare la produzione del libro.

Se si raggiunge l’obiettivo di vendita previsto, l’opera vedrà la pubblicazione; al contrario, i soldi verranno restituiti a chi ha partecipato alla raccolta fondi.

Il crowdfunding di libri è una nuova frontiera editoriale, che ha riscosso molte reazioni entusiastiche, ma anche qualche critica. In questo articolo analizzeremo tutti i pro e i contro.

Quand’è nato il crowdfunding di libri?

Partiamo dall’inizio: il crowdfunding (letteralmente ‘finanziamento della folla’) online, ovvero la raccolta collettiva di fondi tramite specifiche piattaforme web, è nato verso la fine degli anni Novanta. All’inizio era focalizzato soprattutto nell’ambito della beneficenza, poi arrivò a comprendere i progetti più disparati.

In Italia una delle prime piattaforme di questo tipo è stata www.produzionidalbasso.com, nata nel 2005 e dedicata alle iniziative per la rigenerazione di territori e comunità.

In seguito sono sorti siti di crowdfunding specializzati in settori specifici, come appunto quello editoriale: il cosiddetto ‘crowdpublishing’.

Gli esempi più famosi all’estero sono unbound.com e inkshares.com, mentre in Italia abbiamo Flacowsky (www.flacoedizioni.com) dedicato alla saggistica e Bookabook (bookabook.it) dedicato alla narrativa.

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Come funziona Bookabook

Bookabook merita un approfondimento a parte perché è stato il primo esperimento italiano di editoria in crowdfunding. Risale al 2014 e si è dimostrato fin da subito molto ben organizzato dal punto di vista della valutazione e della lavorazione editoriale delle opere.

Esiste, all’interno della casa editrice, una redazione che si occupa di leggere e selezionare i manoscritti inediti che arrivano dagli autori.

Dopodiché, invece di procedere con il processo di produzione del libro, li propone al suo pubblico: i lettori. Questi possono leggere l’anteprima e, in caso d’interesse, preordinarli, contribuendo così alla loro realizzazione.

Sono i lettori, quindi, a decidere quali opere pubblicare. Di conseguenza non si rischia di lanciare sul mercato libri destinati al macero perché non verranno letti da nessuno.

Gli autori non pagano nulla, proprio come succederebbe all’interno di una casa editrice tradizionale, e i lettori spendono per un prodotto che sono motivati a finanziare.

Bookabook: le opinioni degli scrittori

In generale, i pareri su Bookabook sono positivi.

I riscontri sui manoscritti arrivano in tempi brevissimi, di solito entro tre settimane dall’invio.

Le pubblicazioni vengono curate per quanto riguarda la parte dell’editing, dell’impaginazione e della grafica.

Inoltre (cosa importantissima!) l’editore si affida a Messaggerie Libri, il più importante distributore indipendente di prodotti editoriali in Italia. Le opere vengono quindi messe a disposizione sia delle librerie di catena sia delle piccole librerie indipendenti.

Questo è un vantaggio fondamentale, perché la distribuzione è da sempre il grandissimo punto debole del self-publishing.

Per contro, alcuni scrittori lamentano il fatto di non trovarsi a proprio agio nel cercare persone disposte a finanziare il loro crowdfunding di libri.

È vero che Bookabook contribuisce alla promozione della campagna, ma l’impegno più grande deve provenire dal singolo autore, dalla sua capacità di creare interesse attorno alla propria opera. Chi ha già una base di lettori o follower affezionati parte avvantaggiato, per gli altri potrebbe essere più difficile.

Crowdfunding di libri: pro e contro

Il crowdpublishing potrebbe essere una nuova frontiera per gli editori più piccoli, che faticano a stare al passo con i grandi colossi editoriali. È un ottimo modo per costruirsi una nicchia e coprire le spese.

Come tutte le cose, però, nasconde anche degli aspetti che potrebbero non essere così positivi. Cerchiamo di capirne i pro e i contro.

I pro del crowdfunding di libri

  1. È sostenibile economicamente
    Gli editori non devono anticipare soldi per opere che, magari, non avranno mai mercato. Se una campagna raggiunge il suo obiettivo vuol dire che il pubblico, e il conseguente guadagno, esistono e sono tangibili.
    Inoltre si evita il problema dei libri invenduti destinati al macero, con un notevole vantaggio anche dal punto di vista ambientale.
  2. Non rinuncia alla qualità
    Nonostante sia più sostenibile economicamente dell’editoria tradizionale, il crowdfunding di libri non è sinonimo di scarsa qualità. Anzi, il fatto di percepire un guadagno ancora prima della vendita permette di investire sulle lavorazioni editoriali necessarie a trasformare il dattiloscritto in un libro, come la correzione di bozze (alla quale abbiamo dedicato il nostro corso ‘Da 0 a correttore’) e l’editing.

Leggi anche: Come diventare ghostwriter: breve guida

I contro del crowdfunding di libri

  1. Non c’è rischio imprenditoriale da parte dell’editore
    Questo è un vantaggio per la casa editrice, ma può essere percepito come uno svantaggio da parte dello scrittore.
    La responsabilità della campagna, come abbiamo visto, ricade soprattutto sull’autore. È lui che si espone con amici, parenti e follower per crearsi un pubblico, è lui che incassa la delusione dell’eventuale mancato obiettivo.
    Inoltre, se lo scrittore riesce a costruirsi una buona base di lettori, può lecitamente chiedersi «Per quale motivo dovrei cedere gran parte dei guadagni sulle vendite, faticosamente raggranellati, all’editore, quando potrei pubblicare in self-publishing e guadagnare royalties molto più alte?».
    Il vero motivo è che l’editore si fa carico di editing, impaginazione, grafica (che il self-publisher dovrebbe invece pagarsi a parte) e distribuzione (che il self-publisher non riuscirebbe a ottenere nemmeno con un patto col diavolo).
    Bisogna bilanciare tutti questi fattori e decidere di conseguenza.
  2. Non è adatto a scrittori poco ‘social’
    Il crowdfunding di libri non è adatto agli scrittori che hanno difficoltà a esporsi, costruirsi una propria rete di follower e chiedere il finanziamento di un’opera non ancora uscita. In questi casi un editore tradizionale potrebbe essere una soluzione migliore.

Cosa consigliare agli autori?

Quando un autore ci chiede un consiglio sull’editoria in crowdfunding, valutiamo con cura i pro e i contro in base alla persona che ci troviamo davanti. Può essere un’ottima opportunità per farsi conoscere e lanciare i propri progetti, ma non è adatta a tutti.

Se avete altri dubbi su questa modalità di pubblicazione o su altri argomenti legati all’editoria, vi invitiamo a condividere i vostri quesiti sul gruppo gratuito EDIGHO | Formazione Editoriale: una nutrita community di appassionati ed esperti saprà rispondere a tutte le domande che non avete mai osato chiedere sul mondo dei libri!

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