Anche voi siete annusatori compulsivi di libri? I vostri ricordi più belli sono legati a consunte pagine di spessi volumoni, dal profumo inconfondibile?
Allora, forse, sognate di lavorare nell’editoria.
Ma come fare per riuscirci?
Da dove partire?
Quali sono le prime conoscenze da acquisire?
Siamo qui per scoprirlo.
In questo articolo troverete tanti spunti utili per iniziare la vostra carriera nel meraviglioso mondo dei libri.
Perché lavorare nell’editoria?
Che domande. Perché adoriamo i libri, no?
Ovvio.
Questo è il punto di partenza necessario.
Non possiamo certo passare tutta la giornata a correggere dattiloscritti, se non amiamo leggere.
Non possiamo nemmeno dare consigli validi ai nostri clienti, se non conosciamo i classici della letteratura e le differenze tra i principali generi letterari.
Assodato che l’amore per la lettura è il prerequisito essenziale, dobbiamo fare un passo in più e chiederci: perché lavorare nell’editoria proprio oggi?
Il momento storico migliore per lavorare nell’editoria? Quello che stiamo vivendo ora
Viviamo in un momento storico ricco di opportunità. Non c’è mai stata un’epoca tanto bisognosa di professionisti editoriali.
Perché?
Perché c’è una marea di persone intenzionata a scrivere un libro!
- Vuole farlo il nonno, che desidera lasciare la storia della sua vita in eredità ai nipotini.
- Vuole farlo la neomamma, per condividere la sua esperienza con le altre mamme.
- Vuole farlo il vicino di casa, intenzionato a pubblicare il resoconto del suo viaggio in Australia.
- Vuole farlo l’imprenditrice, per avere un biglietto da visita d’eccezione da presentare ai clienti.
E così via.
Fino a pochi anni fa, queste idee erano per lo più destinate a rimanere mere velleità letterarie.
Ammesso che si riuscisse a scrivere il proprio libro da soli, bisognava poi spedirlo a proprie spese a decine di case editrici e aspettare un responso. Si aspettava, si aspettava, si aspettava… e spesso la risposta non arrivava mai.
Ma oggi è tutto diverso.
Con l’autopubblicazione, ognuno può mettere sul mercato il suo libro con una manciata di click.
Leggi anche: È possibile lavorare in una casa editrice nel 2021?
Un cambiamento epocale
Il self-publishing ha segnato un vero e proprio punto di svolta nel mondo dell’editoria.
In nessun altro momento storico le persone hanno avuto una tale libertà di diventare scrittori.
Agli inizi sembrava una catastrofe.
Centinaia e centinaia di libri venivano proposti sul mercato senza editing, senza correzione bozze, senza filo logico. Senza motivo.
Avrebbe potuto essere la fine dell’editoria.
E invece non è andata così.
Perché moltissimi autori hanno capito che, per offrire ai lettori prodotti di qualità, occorre avvalersi dell’aiuto di professionisti editoriali seri.
Gli scrittori self sono diventati imprenditori di se stessi, quasi micro-editori a capo di un piccolo team di freelance: editor, correttori bozze, impaginatori e grafici.
È meglio lavorare nell’editoria da dipendenti o da freelance?
Il mercato editoriale è cambiato, lo abbiamo appena visto.
Di conseguenza, è cambiato anche l’approccio ai mestieri editoriali.
Se fino a vent’anni fa la strada ideale per inserirsi nel settore era fare uno stage all’interno di una casa editrice, ora non è più così.
Lavorare come freelance
Con la giusta formazione, possiamo lavorare nell’editoria anche da autonomi.
È la strada che consigliamo noi di Edigho.
Essere freelance ha molti vantaggi: ci si può organizzare i propri orari in autonomia, si può lavorare da casa o in giro per il mondo diventando nomadi digitali, c’è la possibilità di offrire i nostri servizi a un variegato ventaglio di realtà (scrittori self, agenzie di servizi, case editrici).
Ma bisogna anche essere in grado di trovare i clienti, costruire relazioni, lavorare sul proprio personal brand, gestire la fiscalità e così via.
Lavorare come dipendente
Lavorare in una casa editrice da dipendenti può apparire più rassicurante. Siamo assunti da un’azienda, abbiamo uno stipendio fisso, non dobbiamo trovare nuovi clienti ogni mese.
Peccato che, al giorno d’oggi, non sia così facile essere assunti.
E poi, ammettendo che si riesca a passare le selezioni, i tirocini in casa editrice non sempre si rivelano un’esperienza formativa.
Se desiderate approfondire l’argomento, potete leggere l’articolo Lavorare con le case editrici: potrebbe non essere la scelta migliore.
Quindi, non esiste un’opzione giusta e una sbagliata in assoluto.
Ognuno di noi deve capire a cosa puntare: una volta stabilito il nostro obiettivo, potremo elaborare la strategia adatta per iniziare a trovare lavoro.
Ma, prima di parlare di questo, manca l’ultimo tassello del puzzle: da dove iniziare la nostra formazione?
Cosa dobbiamo studiare per iniziare a lavorare nell’editoria?
Per lavorare nell’editoria non esiste l’obbligo di frequentare un percorso formativo accademico, non ci sono esami da superare per accedere all’anno successivo, non esiste abilitazione.
Quello che esiste, però, è il sentiero tracciato dal buon senso.
Bisogna partire dalle basi, per poi procedere con un percorso a step.
Abbiamo davanti molte possibilità: possiamo diventare correttori di bozze, editor, scrittori su commissione, impaginatori, grafici, valutatori di manoscritti…
Nel percorso formativo di Edigho ci concentriamo soprattutto sulle figure del correttore bozze, dell’editor e del ghostwriter.
Da dove iniziare?
L’importanza di partire dalle basi
Partire dalle basi vuol dire cominciare dalla correzione di bozze, passare all’editing e infine (forse, un domani, chissà), se ci accorgeremo di essere anche dei bravi scrittori su commissione (ed è diverso dall’essere scrittori e basta) avvicinarsi al ghostwriting.
Scrivere un libro è una delle attività più complesse al mondo.
Scriverlo per qualcun altro e doversi adattare al suo registro comunicativo è qualcosa di ancora più complicato.
Prima di pensare alla carriera da ghostwriter, bisogna quindi avere la pazienza di imparare tutto quello che viene prima.
Per chi è già articolista, per chi lavora già con le parole, vale lo stesso discorso: in questo caso si potrebbe pensare di iniziare a studiare direttamente l’editing, ma rimane il fatto che tutto quello che si impara iniziando a lavorare come correttore di bozze poi torna utile nei passaggi successivi.
La ricerca del lavoro
Bene. Ora che abbiamo capito com’è cambiato il mercato editoriale negli ultimi anni, ora che abbiamo stabilito da dove partire per iniziare la nostra formazione, quello che ci rimane è scoprire come trovare lavoro.
Nel caso ci interessi diventare dipendenti di una casa editrice, la strada quasi obbligata è quella dello stage.
Ma attenzione: il confine tra opportunità formativa e sfruttamento è spesso molto sottile.
Indaghiamo bene in fase di colloquio sulle effettive finalità del nostro tirocinio.
Vogliono una risorsa da far crescere all’interno dell’azienda o cercano semplice manodopera a basso costo, da sostituire con qualcun altro a fine stage?
Se decidiamo di intraprendere questa strada, è molto importante sapere come proporsi alle case editrici nel modo più adatto.
Per saperne di più potete leggere l’articolo Come collaborare con una casa editrice: 3 dritte per costruire una proposta perfetta.
Se invece vogliamo intraprendere la strada del lavoro autonomo, le possibilità di proporsi sul mercato sono molto più numerose.
Dove trovare i primi clienti?
I primi clienti si trovano… ovunque!
Come abbiamo visto, sempre più persone vogliono scrivere un libro. Sempre più persone hanno bisogno di professionisti editoriali. Perciò, abbiamo davvero innumerevoli opportunità da esplorare.
Per circoscrivere il raggio d’azione e semplificare il discorso, proviamo ad analizzare le principali strade da percorrere.
1. Trovare i clienti offline
In un’era ipertecnologica come la nostra, cercare clienti nella vita ‘reale’ può essere un’ottima discriminante per differenziarci da tutti gli altri.
Cerchiamo di mettere da parte la timidezza. Parliamo del nostro ruolo alle persone che ci circondano: al barista, all’edicolante, al cassiere, agli amici, ai parenti.
Non sottovalutiamo la potenza del passaparola.
E riflettiamo su questo quesito: quanti lettori hanno velleità letterarie?
Moltissimi.
Ebbene, cominciamo a scovarli nei luoghi che frequentano, come le biblioteche, le associazioni culturali o le librerie.
Possiamo appendere volantini fuori dalla biblioteca del paese, o lasciare il nostro biglietto da visita al libraio di fiducia.
Insomma, sfruttiamo la nostra creatività per farci conoscere.
2. Iscriversi ai marketplace per freelance
I marketplace sono piattaforme che mettono in contatto i freelance con i potenziali clienti.
Come funzionano?
Il cliente pubblica la sua richiesta e i professionisti interessati si candidano.
Tutto ciò non è gratis, perché i marketplace più famosi richiedono una quota mensile per poter rispondere agli annunci.
Il problema è che ci sono molti candidati per un solo servizio. E cosa fa pendere l’ago della bilancia verso questo o quel professionista?
Semplice: vince quasi sempre chi offre la tariffa più bassa.
Perciò, valutiamo bene questa opportunità.
Magari potrà tornarci utile all’inizio, per accumulare esperienza e fare un po’ di gavetta, ma nel lungo termine la nostra strategia deve prevedere ben altro.
3. Attrarre, non cercare!
Infine, il consiglio più importante: l’approccio migliore è quello di attrarre lavoro, non quello di cercarlo.
Attrarre lavoro significa costruirsi un nome, avere autorevolezza, essere ricercati dai clienti che apprezzano le nostre capacità.
Non basta avere un sito vetrina e pubblicare annunci sponsorizzati.
Ormai tutti lo fanno.
Bisogna trovare una nicchia specifica, coltivarla e diventare i migliori del nostro segmento di mercato.
Come si fa?
In tanti modi diversi.
Possiamo iniziare a proporre servizi di beta reading agli aspiranti scrittori.
Possiamo frequentare i forum e i gruppi Facebook dedicati agli esordienti.
Possiamo scrivere recensioni sul nostro blog o su Goodreads.
Possiamo pubblicare contenuti interessanti su LinkedIn. Usiamo i social in modo creativo.
Non è un meccanismo semplice, né immediato. Ma è la modalità che sul lungo termine restituisce i risultati migliori.
Leggi anche: Come collaborare con una casa editrice: 3 dritte per costruire una proposta perfetta
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